Il maxicantiere del parcheggio alla Fara procede a spron battuto, tanto da essere rimasto aperto anche il 1 Maggio: ricevute le autorizzazioni, dal 20 Maggio per una settimana ci saranno i test con le microcariche per iniziare dai primi di giugno a scavare la roccia su cui si fondano Città Alta e la Rocca, più dura dei detriti rimossi sinora, una delle fasi più delicate dei lavori. L'assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla ha fatto un sopralluogo insieme ad alcuni consiglieri comunali, sollecitato anche dal presidente della 2a Commissione di Palazzo Frizzoni Ferruccio Rota. Si tratterà di operazioni con la supervisione di Questura, Prefettura, Carabinieri e Sovrintendenza per verificare che non ci siano pericoli per persone e luoghi storici. Attualmente sono stati rimossi 14mila metri cubi dei 24mila di materiale inquinato portato nel 2009 per tamponare la frana. Il prossimo passo è la rimozione del materiale di riporto veneziano su cui la Sovrintendenza non ha rilevato nulla di significativo dal punto di vista archeologico. La parte franata è stata messa in sicurezza, assicura il direttore dei lavori Ferruccio Dellagiacoma, verrà usata una tecnica particolare con tagli nella roccia che evitano vibrazioni, ci sono strumentazioni che rilevano ogni minimo movimento e i risultati sono stati sin qui tutti negativi.
Il maxicantiere del parcheggio alla Fara procede a spron battuto, tanto da essere rimasto aperto anche il 1 Maggio: ricevute le autorizzazioni, dal 20 Maggio per una settimana ci saranno i test con le microcariche per iniziare dai primi di giugno a scavare la roccia su cui si fondano Città Alta e la Rocca, più dura dei detriti rimossi sinora, una delle fasi più delicate dei lavori. L'assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla ha fatto un sopralluogo insieme ad alcuni consiglieri comunali, sollecitato anche dal presidente della 2a Commissione di Palazzo Frizzoni Ferruccio Rota. Si tratterà di operazioni con la supervisione di Questura, Prefettura, Carabinieri e Sovrintendenza per verificare che non ci siano pericoli per persone e luoghi storici. Attualmente sono stati rimossi 14mila metri cubi dei 24mila di materiale inquinato portato nel 2009 per tamponare la frana. Il prossimo passo è la rimozione del materiale di riporto veneziano su cui la Sovrintendenza non ha rilevato nulla di significativo dal punto di vista archeologico. La parte franata è stata messa in sicurezza, assicura il direttore dei lavori Ferruccio Dellagiacoma, verrà usata una tecnica particolare con tagli nella roccia che evitano vibrazioni, ci sono strumentazioni che rilevano ogni minimo movimento e i risultati sono stati sin qui tutti negativi.