Bergamo. Si può vivere da soli? E' questa la domanda alla base del docu-film sociologico di Erik Gandini, regista orobico naturalizzato svedese che dopo il successo di Videocracy, torna nelle sale con il suo nuovo lavoro "La teoria svedese dell'amore". Una riflessione sul modello di società basato sull'indipendenza dell'individuo e della sua autosufficienza. Una fotografia che pone l'accento anche sui lati oscuri e i punti di crisi che può avere un'organizzazione sociale considerata tra le più avanzate al mondo. Un ritorno a casa per Gandini ancora più lieto visto il successo di pubblico dell'anteprima nazionale del film distribuito da Lab 80 e proiettato da domenica a mercoledì per alcuni giorni all'auditorium di Piazza della Libertà. Roberto Vitali
Bergamo. Si può vivere da soli? E' questa la domanda alla base del docu-film sociologico di Erik Gandini, regista orobico naturalizzato svedese che dopo il successo di Videocracy, torna nelle sale con il suo nuovo lavoro "La teoria svedese dell'amore". Una riflessione sul modello di società basato sull'indipendenza dell'individuo e della sua autosufficienza. Una fotografia che pone l'accento anche sui lati oscuri e i punti di crisi che può avere un'organizzazione sociale considerata tra le più avanzate al mondo. Un ritorno a casa per Gandini ancora più lieto visto il successo di pubblico dell'anteprima nazionale del film distribuito da Lab 80 e proiettato da domenica a mercoledì per alcuni giorni all'auditorium di Piazza della Libertà. Roberto Vitali