Un cittadino di nazionalità egiziana è stato arrestato a Cassano d'Adda dai carabinieri del Ros, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla procura di Genova sul terrorismo internazionale. Nella stessa operazione sono stati fermati il fratello dell'egiziano residente a Finale Ligure, e un algerino fermato a Torino. I tre avrebbero condotto una vita normalissima, per nascondere la loro radicalizzazione. L'operazione dei carabinieri è stata ribattezzata "Taqiyya", che in lingua araba indica la dissimulazione della propria fede quando si è accerchiati dal "nemico", "l'inganno dei musulmani verso gli infedeli". In realtà, la loro opera di proselitismo e reclutamento sarebbe avvenuta sul web: proprio in rete i tre, sempre in contatto tra loro e appartenenti a un'organizzazione su base familiare attiva tra la nostra regione e la Liguria, avrebbero diffuso materiale jihadista, e si sarebbero occupati di instradare combattenti dal Nord Africa in territorio siriano e libico per conto dell'Isis. Durante le indagini sarebbe stata inoltre documentata la condivisione del giuramento di fedeltà al califfo Al Baghdadi, poi pubblicato in chiaro su Facebook da un altro indagato: un quarto soggetto, che risulta al momento irreperibile all'estero.
Un cittadino di nazionalità egiziana è stato arrestato a Cassano d'Adda dai carabinieri del Ros, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla procura di Genova sul terrorismo internazionale. Nella stessa operazione sono stati fermati il fratello dell'egiziano residente a Finale Ligure, e un algerino fermato a Torino. I tre avrebbero condotto una vita normalissima, per nascondere la loro radicalizzazione. L'operazione dei carabinieri è stata ribattezzata "Taqiyya", che in lingua araba indica la dissimulazione della propria fede quando si è accerchiati dal "nemico", "l'inganno dei musulmani verso gli infedeli". In realtà, la loro opera di proselitismo e reclutamento sarebbe avvenuta sul web: proprio in rete i tre, sempre in contatto tra loro e appartenenti a un'organizzazione su base familiare attiva tra la nostra regione e la Liguria, avrebbero diffuso materiale jihadista, e si sarebbero occupati di instradare combattenti dal Nord Africa in territorio siriano e libico per conto dell'Isis. Durante le indagini sarebbe stata inoltre documentata la condivisione del giuramento di fedeltà al califfo Al Baghdadi, poi pubblicato in chiaro su Facebook da un altro indagato: un quarto soggetto, che risulta al momento irreperibile all'estero.