Il settore agroalimentare rappresenta per molti un buon affare: consente guadagni e comporta pochi rischi. Le mafie ormai da anni hanno rivolto la loro attenzione a questo ambito, e sono state in grado di generare un giro d'affari di 21 miliardi di euro, cresciuto del 30% nell'ultimo anno. Dal mercato della carne a all'olio extra vergine di oliva, dalle mozzarelle di bufala al commercio ortofrutticolo: i grandi clan hanno individuato una vena d'oro. La filiera del cibo, dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l'interesse delle organizzazioni mafiose. Ne ha parlato Gian Carlo Caselli, nella veste di presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, a Bergamo in occasione del Food Film Fest. Una presenza, quella delle mafie, che si avverte a tutti i livelli. Per contrastare la dilagante presenza della criminalità organizzata anche nel settore agroalimentare, è innanzitutto necessario riconoscerne l'esistenza.
Il settore agroalimentare rappresenta per molti un buon affare: consente guadagni e comporta pochi rischi. Le mafie ormai da anni hanno rivolto la loro attenzione a questo ambito, e sono state in grado di generare un giro d'affari di 21 miliardi di euro, cresciuto del 30% nell'ultimo anno. Dal mercato della carne a all'olio extra vergine di oliva, dalle mozzarelle di bufala al commercio ortofrutticolo: i grandi clan hanno individuato una vena d'oro. La filiera del cibo, dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l'interesse delle organizzazioni mafiose. Ne ha parlato Gian Carlo Caselli, nella veste di presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, a Bergamo in occasione del Food Film Fest. Una presenza, quella delle mafie, che si avverte a tutti i livelli. Per contrastare la dilagante presenza della criminalità organizzata anche nel settore agroalimentare, è innanzitutto necessario riconoscerne l'esistenza.