Ripensare i criteri dell'assegnazione delle case Aler, per trovare un equilibrio tra cittadini italiani e stranieri. L'ho ha affermato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori durante l'incontro con Piero Fassino nel corso della Fiera dei librai. Riflettendo sulle motivazioni della débâcle del Pd alle elezioni di marzo, l'ex sindaco di Torino aveva detto che il partito non aveva saputo rispondere alle domande di tutela che gli italiani avevano chiesto durante la crisi. Questo aveva generato, secondo l'esponente dem, un sentimento di rabbia nella popolazione: quello delle case popolari, nelle quali la maggior parte degli assegnatari è costituita da cittadini stranieri, è un esempio significativo. Da questa riflessione ha preso lo spunto Gori, secondo il quale "l'applicazione dei criteri legati alla numerosità dei nuclei familiari produce spesso un'eccessiva concentrazione di immigrati nelle case popolari". Situazione che, ha continuato il sindaco, "viene percepita dagli italiani come una sottrazione di diritti, e genera condizioni di ghetto" che non fanno bene a nessuno. Senza arrivare a dare più punti agli italiani per l'assegnazione degli alloggi, intenzione dichiarata dal sindaco di Firenze Nardella che potrebbe essere incostituzionale, Gori ammette che un ripensamento dei criteri va fatto. "Dobbiamo uscire dalla dimensione del politicamente corretto", ha concluso, "e pensare al risultato", che promuova cittadinanza e integrazione.
Ripensare i criteri dell'assegnazione delle case Aler, per trovare un equilibrio tra cittadini italiani e stranieri. L'ho ha affermato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori durante l'incontro con Piero Fassino nel corso della Fiera dei librai. Riflettendo sulle motivazioni della débâcle del Pd alle elezioni di marzo, l'ex sindaco di Torino aveva detto che il partito non aveva saputo rispondere alle domande di tutela che gli italiani avevano chiesto durante la crisi. Questo aveva generato, secondo l'esponente dem, un sentimento di rabbia nella popolazione: quello delle case popolari, nelle quali la maggior parte degli assegnatari è costituita da cittadini stranieri, è un esempio significativo. Da questa riflessione ha preso lo spunto Gori, secondo il quale "l'applicazione dei criteri legati alla numerosità dei nuclei familiari produce spesso un'eccessiva concentrazione di immigrati nelle case popolari". Situazione che, ha continuato il sindaco, "viene percepita dagli italiani come una sottrazione di diritti, e genera condizioni di ghetto" che non fanno bene a nessuno. Senza arrivare a dare più punti agli italiani per l'assegnazione degli alloggi, intenzione dichiarata dal sindaco di Firenze Nardella che potrebbe essere incostituzionale, Gori ammette che un ripensamento dei criteri va fatto. "Dobbiamo uscire dalla dimensione del politicamente corretto", ha concluso, "e pensare al risultato", che promuova cittadinanza e integrazione.