Due donne le cui storie hanno un'origine comune, sono state separate per anni: i loro cammini tornano a congiungersi nell'evento che l'Accademia Carrara ha in programma per il prossimo autunno. La storia di Virginia e la storia di Lucrezia, dipinte da Sandro Botticelli tra il 1500 e il 1510 per una committenza unica, su due tavole gemelle, immaginate per un unico luogo, furono separate nel XIX secolo. Una finì negli Stati Uniti, l'altra rimase in Italia. Le due opere si riuniscono grazie alla collaborazione tra la Pinacoteca cittadina e l'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Questo speciale 'ricongiungimento' diventa lo spunto per avvicinare l'opera di uno dei maestri assoluti dell'arte rinascimentale. Dal 12 ottobre al 28 gennaio, le due opere saranno esposte accanto ad altri dipinti di Botticelli già in possesso della Carrara: il Ritratto di Giuliano de' Medici e il Vir dolorum, accostati a opere provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dal Museo dell'Opera del Duomo di Prato. Al termine dell'esposizione bergamasca, la mostra si trasferirà a Boston.
Due donne le cui storie hanno un'origine comune, sono state separate per anni: i loro cammini tornano a congiungersi nell'evento che l'Accademia Carrara ha in programma per il prossimo autunno. La storia di Virginia e la storia di Lucrezia, dipinte da Sandro Botticelli tra il 1500 e il 1510 per una committenza unica, su due tavole gemelle, immaginate per un unico luogo, furono separate nel XIX secolo. Una finì negli Stati Uniti, l'altra rimase in Italia. Le due opere si riuniscono grazie alla collaborazione tra la Pinacoteca cittadina e l'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Questo speciale 'ricongiungimento' diventa lo spunto per avvicinare l'opera di uno dei maestri assoluti dell'arte rinascimentale. Dal 12 ottobre al 28 gennaio, le due opere saranno esposte accanto ad altri dipinti di Botticelli già in possesso della Carrara: il Ritratto di Giuliano de' Medici e il Vir dolorum, accostati a opere provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dal Museo dell'Opera del Duomo di Prato. Al termine dell'esposizione bergamasca, la mostra si trasferirà a Boston.