Ad aprile a Brembate un episodio violento di bullismo al femminile. La bulla era una 19enne, due le giovani vittime che furono costrette a ricorrere alle cure dei sanitari. In quell'occasione la 19enne fu arrestata dai Carabinieri in flagranza di reato per rapina aggravata e lesioni personali aggravate, dopo aver partecipato ad un raid punitivo contro due minorenni. All’epoca dei fatti si parlò di “bullismo rosa” tra giovanissime ragazze. In quella circostanza le venne sequestrata una catena per arti marziali, disciplina praticata appunto dalla ragazza e nei suoi confronti vennero disposti gli arresti domiciliari poi ridotti in seconda battuta, ad obbligo di firma. Ieri, però, un’ulteriore evoluzione giudiziaria. I militari di Treviglio le hanno notificato una nuova ordinanza di custodia riportando la pena ai domiciliari. Questo l'esito dell’intervento del Tribunale del Riesame di Brescia attivato dalla Procura di Bergamo, ritenendo che la cruenza dei fatti accertati dai Carabinieri e la personalità della ragazza richiedono necessariamente un provvedimento custodiale, non potendo ritenere sufficiente l'obbligo di firma. A sei mesi esatti di distanza dall’episodio dell’aprile scorso quindi nuovo arresto per la 19enne che non potrà uscire dalla propria abitazione in assenza dell’autorizzazione del Giudice.
Ad aprile a Brembate un episodio violento di bullismo al femminile. La bulla era una 19enne, due le giovani vittime che furono costrette a ricorrere alle cure dei sanitari. In quell'occasione la 19enne fu arrestata dai Carabinieri in flagranza di reato per rapina aggravata e lesioni personali aggravate, dopo aver partecipato ad un raid punitivo contro due minorenni. All’epoca dei fatti si parlò di “bullismo rosa” tra giovanissime ragazze. In quella circostanza le venne sequestrata una catena per arti marziali, disciplina praticata appunto dalla ragazza e nei suoi confronti vennero disposti gli arresti domiciliari poi ridotti in seconda battuta, ad obbligo di firma. Ieri, però, un’ulteriore evoluzione giudiziaria. I militari di Treviglio le hanno notificato una nuova ordinanza di custodia riportando la pena ai domiciliari. Questo l'esito dell’intervento del Tribunale del Riesame di Brescia attivato dalla Procura di Bergamo, ritenendo che la cruenza dei fatti accertati dai Carabinieri e la personalità della ragazza richiedono necessariamente un provvedimento custodiale, non potendo ritenere sufficiente l'obbligo di firma. A sei mesi esatti di distanza dall’episodio dell’aprile scorso quindi nuovo arresto per la 19enne che non potrà uscire dalla propria abitazione in assenza dell’autorizzazione del Giudice.