Una serata caldissima, colpa dell'afa in primis e poi della musica di Bollani, che inaspattatamente ha ospitato il suo pubblico, pagante, accalcato e accaldato in piedi oppure seduto sull'erba dell'aiuola in Piazza Carrara. Va bene lo stile easy ma, borbottavano i fans, una location più strutturata non avrebbe affatto guastato. Il pianista jazz fiorentino ha proposto la sua rilettura di classici partenopei sullo sfondo della rinnovata illuminata e raffinata Accademia Carrara. E l' omaggio partenopeo piace ma a tratti sorprende e infastidisce i puristi del jazz quando Bollani improvvisa, esce dagli schemi e con il suo quartetto propone un repertorio sterminato si, ma rivisitato fino all'eccesso. Il pubblico arroccato sulle aiuole è accolto da primo brano del disco e la tromba flautata di Arve Hneriksen. Poi Bollani prende posto dietro il «gran coda». «Reginella» viene esposta con affetto, poi triturata azzardando l' incontro tra effusione melodica e garbate dissonanze. Poi salgono sul palco Nico Gori, Daniele Sepe e Jim Black. Un pò di Napoli nella rigorosa Bergamo con la musica che fa divertire e giocare. Bollani fa Bollani, intrattiene, gigioneggia, sfodera il solito gradito repertorio di fulminanti e geniali fraseggi. Il pubblico apprezza e gli applausi scrosciano a scena aperta nella calda estiva e insolita serata musicale radical chic che propone una Bergamo più aperta e moderna
Una serata caldissima, colpa dell'afa in primis e poi della musica di Bollani, che inaspattatamente ha ospitato il suo pubblico, pagante, accalcato e accaldato in piedi oppure seduto sull'erba dell'aiuola in Piazza Carrara. Va bene lo stile easy ma, borbottavano i fans, una location più strutturata non avrebbe affatto guastato. Il pianista jazz fiorentino ha proposto la sua rilettura di classici partenopei sullo sfondo della rinnovata illuminata e raffinata Accademia Carrara. E l' omaggio partenopeo piace ma a tratti sorprende e infastidisce i puristi del jazz quando Bollani improvvisa, esce dagli schemi e con il suo quartetto propone un repertorio sterminato si, ma rivisitato fino all'eccesso. Il pubblico arroccato sulle aiuole è accolto da primo brano del disco e la tromba flautata di Arve Hneriksen. Poi Bollani prende posto dietro il «gran coda». «Reginella» viene esposta con affetto, poi triturata azzardando l' incontro tra effusione melodica e garbate dissonanze. Poi salgono sul palco Nico Gori, Daniele Sepe e Jim Black. Un pò di Napoli nella rigorosa Bergamo con la musica che fa divertire e giocare. Bollani fa Bollani, intrattiene, gigioneggia, sfodera il solito gradito repertorio di fulminanti e geniali fraseggi. Il pubblico apprezza e gli applausi scrosciano a scena aperta nella calda estiva e insolita serata musicale radical chic che propone una Bergamo più aperta e moderna