La chiusura dei primi cinquant'anni dell'Università degli Studi di Bergamo è coincisa con l'inaugurazione del nuovo anno accademico. La cerimonia che si è svolta nell'Aula magna dell'Ateneo in Sant'Agostino ha avuto come perno i due pilastri su cui si fonda l'essenza stessa dell'istituzione accademica orobica: il suo essere ancorata al territorio bergamasco e, in maniera sempre più convinta, proiettata verso un ambito internazionale. Su questi due punti il rettore Remo Morzenti Pellegrini ha incentrato il suo discorso introduttivo. Dall'11 dicembre 1968, quando l'università cittadina muoveva i suoi primi passi per rispondere all'esigenza di formazione del territorio, alle 7mila matricole e quasi 22mila iscritti attuali. Numeri che sono segno di un crescente apprezzamento nei confronti dell'università, ma che pongono qualche problema. Se da un lato sembra ormai prossimo uno stanziamento di fondi da parte del Ministero, e la possibilità di aumentare il personale, ampiamente sottodimensionato, dall'altro non si risolve il problema degli spazi. Se il numero degli iscritti continuerà a crescere al ritmo attuale, ha dichiarato il Rettore, sarà necessario introdurre forme di razionalizzazione come il numero programmato. La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza di Paolo Grossi, presidente emerito della Corte Costituzionale, e di Jean Tirole, premio Nobel per l'Economia nel 2014, cui è stato conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Economia Applicata e Management. Alla cerimonia, che ha visto l'accompagnamento del coro e orchestra del Conservatorio Donizetti, hanno assistito rettori e delegati delle università italiane e di molti atenei internazionali.
La chiusura dei primi cinquant'anni dell'Università degli Studi di Bergamo è coincisa con l'inaugurazione del nuovo anno accademico. La cerimonia che si è svolta nell'Aula magna dell'Ateneo in Sant'Agostino ha avuto come perno i due pilastri su cui si fonda l'essenza stessa dell'istituzione accademica orobica: il suo essere ancorata al territorio bergamasco e, in maniera sempre più convinta, proiettata verso un ambito internazionale. Su questi due punti il rettore Remo Morzenti Pellegrini ha incentrato il suo discorso introduttivo. Dall'11 dicembre 1968, quando l'università cittadina muoveva i suoi primi passi per rispondere all'esigenza di formazione del territorio, alle 7mila matricole e quasi 22mila iscritti attuali. Numeri che sono segno di un crescente apprezzamento nei confronti dell'università, ma che pongono qualche problema. Se da un lato sembra ormai prossimo uno stanziamento di fondi da parte del Ministero, e la possibilità di aumentare il personale, ampiamente sottodimensionato, dall'altro non si risolve il problema degli spazi. Se il numero degli iscritti continuerà a crescere al ritmo attuale, ha dichiarato il Rettore, sarà necessario introdurre forme di razionalizzazione come il numero programmato. La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza di Paolo Grossi, presidente emerito della Corte Costituzionale, e di Jean Tirole, premio Nobel per l'Economia nel 2014, cui è stato conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Economia Applicata e Management. Alla cerimonia, che ha visto l'accompagnamento del coro e orchestra del Conservatorio Donizetti, hanno assistito rettori e delegati delle università italiane e di molti atenei internazionali.