A Bergamo la disoccupazione scende: in un anno si è passati dal 7,4 al 5,8% di persone senza lavoro. E la nostra provincia torna ad assumere il ruolo di locomotiva della Lombardia, avendo raccolto nel 2015 dati migliori rispetto a Milano e Brescia, e decisamente inferiori alla media regionale che si attesta all'8,4%. Lo rende noto l'Istat, che registra un miglioramento generale della situazione occupazionale in tutta Italia. La prudenza non è mai troppa, e soprattutto permane una zona d'ombra: quella relativa alla disoccupazione della fascia d'età compresa tra i 15 e i 24 anni, passata dal 29,4% del 2014 al 30,6 dello scorso anno. Alla base del miglioramento dei dati senza dubbio le novità introdotte dal jobs act, più efficaci in terra orobica che in altre province. A queste va aggiunta la proiezione verso mercati esteri, e una propensione maggiore della nostra realtà a ripartire. Non siamo ancora ai livelli pre-crisi, che mostravano percentuali di disoccupati comprese tra il 2,5 e il 3%, ma il miglioramento c'è. Altri dati positivi sono la diminuzione della disoccupazione femminile e quella della fascia d'età compresa tra i 40 e i 50 anni. Nella zona critica dei giovani, c'è da segnalare una leggera ripresa delle opportunità per diplomati e laureati, segno dell'importanza di investire sulla formazione e sulla specializzazione.
A Bergamo la disoccupazione scende: in un anno si è passati dal 7,4 al 5,8% di persone senza lavoro. E la nostra provincia torna ad assumere il ruolo di locomotiva della Lombardia, avendo raccolto nel 2015 dati migliori rispetto a Milano e Brescia, e decisamente inferiori alla media regionale che si attesta all'8,4%. Lo rende noto l'Istat, che registra un miglioramento generale della situazione occupazionale in tutta Italia. La prudenza non è mai troppa, e soprattutto permane una zona d'ombra: quella relativa alla disoccupazione della fascia d'età compresa tra i 15 e i 24 anni, passata dal 29,4% del 2014 al 30,6 dello scorso anno. Alla base del miglioramento dei dati senza dubbio le novità introdotte dal jobs act, più efficaci in terra orobica che in altre province. A queste va aggiunta la proiezione verso mercati esteri, e una propensione maggiore della nostra realtà a ripartire. Non siamo ancora ai livelli pre-crisi, che mostravano percentuali di disoccupati comprese tra il 2,5 e il 3%, ma il miglioramento c'è. Altri dati positivi sono la diminuzione della disoccupazione femminile e quella della fascia d'età compresa tra i 40 e i 50 anni. Nella zona critica dei giovani, c'è da segnalare una leggera ripresa delle opportunità per diplomati e laureati, segno dell'importanza di investire sulla formazione e sulla specializzazione.