Oltre duemila persone, in gran parte studenti, nella seconda Marcia della Memoria e dell'Impegno organizzata in terra bergamasca da Libera, associazione contro le mafie, in occasione della Giornata nazionale istituita per volontà dell'associazione creata da don Ciotti per far sentire il 'no' della società civile italiana ai tanti volti della criminalità organizzata. Un serpentone, partito da Caravaggio e arrivato a Treviglio, ha visto la convinta partecipazione di studenti e insegnanti degli istituti delle due città, ma anche di scuole di Cologno, Presezzo, Romano di Lombardia. A scandire la mattinata, la lettura - da parte degli studenti - dei nomi delle oltre novecento vittime della mafia, e il toccante intervento di Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo della scorta del giudice Giovanni Falcone, cui è stata dedicata una targa posta tra gli istituti "Simone Weil" e "Zenale e Butinone" di Treviglio. Toccante anche la testimonianza di Angelo Lino Murtas, dirigente del Commissariato di Treviglio, che conobbe Montinaro proprio al suo arrivo in terra bergamasca, e che con lui visse un lungo rapporto di amicizia.
Oltre duemila persone, in gran parte studenti, nella seconda Marcia della Memoria e dell'Impegno organizzata in terra bergamasca da Libera, associazione contro le mafie, in occasione della Giornata nazionale istituita per volontà dell'associazione creata da don Ciotti per far sentire il 'no' della società civile italiana ai tanti volti della criminalità organizzata. Un serpentone, partito da Caravaggio e arrivato a Treviglio, ha visto la convinta partecipazione di studenti e insegnanti degli istituti delle due città, ma anche di scuole di Cologno, Presezzo, Romano di Lombardia. A scandire la mattinata, la lettura - da parte degli studenti - dei nomi delle oltre novecento vittime della mafia, e il toccante intervento di Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo della scorta del giudice Giovanni Falcone, cui è stata dedicata una targa posta tra gli istituti "Simone Weil" e "Zenale e Butinone" di Treviglio. Toccante anche la testimonianza di Angelo Lino Murtas, dirigente del Commissariato di Treviglio, che conobbe Montinaro proprio al suo arrivo in terra bergamasca, e che con lui visse un lungo rapporto di amicizia.