Una riunione che ha rischiato di trasformarsi in rissa con tensione alle stelle, grida e striscioni contro il presidente del direttivo di via Cenisio Mohamed Saleh ed il suo operato. Con tanto di cartelli su cui si è letto anche: libertà di parola uguale Terrorismo. Nell’Auditorium S. Sisto di Colognola l'assemblea organizzata dai responsabili del Centro islamico di via Cenisio si è trasformata in un momento ad alta tensione tra l’attuale direttivo e i sostenitori dell’ex presidente Imad El Joulani. Durante la riunione una quarantina di persone, donne comprese, hanno dato vita alla contestazione per dire di non sentirsi rappresentati da un gruppo direttivo non eletto democraticamente. «Vogliamo il diritto di voto» si leggeva tra gli slogan. All'assemblea erano presenti anche l'assessore Giacomo Angeloni in rappresentanza del Comune, un rappresentante dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia e uno della Qatar Charity foundation. L'irruzione è scattata subito dopo la preghiera iniziale, con il gruppo che contesta il direttivo che ha mostrato cartelli e striscioni di protesta, per poi uscire mentre si spiegava il progetto di via San Fermo. Il nodo del contendere è il maxi-finanziamento da 5 milioni di euro per la realizzazione di una nuova moschea, concesso a El Joulani dal Qatar (e con il quale l’ex presidente pensava di realizzare un centro islamico in via San Fermo, ora sotto inchiesta). Sulla vicenda l’attuale presidente Mohamed Saleh sostiene di essere stato fino alla fine all’oscuro di tutto, mentre El Joulani, allora a capo del Centro, ha dichiarato: «Sapeva tutto». Dopo le proteste, i contestatori sono stati allontanati e se ne sono andati mentre la riunione è proseguita.
Una riunione che ha rischiato di trasformarsi in rissa con tensione alle stelle, grida e striscioni contro il presidente del direttivo di via Cenisio Mohamed Saleh ed il suo operato. Con tanto di cartelli su cui si è letto anche: libertà di parola uguale Terrorismo. Nell’Auditorium S. Sisto di Colognola l'assemblea organizzata dai responsabili del Centro islamico di via Cenisio si è trasformata in un momento ad alta tensione tra l’attuale direttivo e i sostenitori dell’ex presidente Imad El Joulani. Durante la riunione una quarantina di persone, donne comprese, hanno dato vita alla contestazione per dire di non sentirsi rappresentati da un gruppo direttivo non eletto democraticamente. «Vogliamo il diritto di voto» si leggeva tra gli slogan. All'assemblea erano presenti anche l'assessore Giacomo Angeloni in rappresentanza del Comune, un rappresentante dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia e uno della Qatar Charity foundation. L'irruzione è scattata subito dopo la preghiera iniziale, con il gruppo che contesta il direttivo che ha mostrato cartelli e striscioni di protesta, per poi uscire mentre si spiegava il progetto di via San Fermo. Il nodo del contendere è il maxi-finanziamento da 5 milioni di euro per la realizzazione di una nuova moschea, concesso a El Joulani dal Qatar (e con il quale l’ex presidente pensava di realizzare un centro islamico in via San Fermo, ora sotto inchiesta). Sulla vicenda l’attuale presidente Mohamed Saleh sostiene di essere stato fino alla fine all’oscuro di tutto, mentre El Joulani, allora a capo del Centro, ha dichiarato: «Sapeva tutto». Dopo le proteste, i contestatori sono stati allontanati e se ne sono andati mentre la riunione è proseguita.