E' l'antico rito della tradizione popolare del posto e simboleggia la cacciata del mese di gennaio, vale a dire dell'inverno più freddo, quello che metteva a dura prova agricoltura e pastorizia in montagna. Un tempo erano diversi i paesi dell'Alto Serio a celebrarlo, ma da anni resiste solo ad Ardesio dove ogni 31 gennaio viene allestito un carro con il pupazzo raffigurante l'inverno che viene mandato al rogo dopo essere stato scortato per le vie del paese da un corteo con il rumoroso suono di corni e "ciòche", i grossi campanacci che sono appesi al collo degli animali da bestiame. Quest'anno come da suggerimento dell'ideatore, l'eremita Flaminio Beretta, il pupazzo raffigurava Zenerù che prova inutilmente a eludere il suo destino nascondendosi in cima al campanile del Santuario della Madonna delle Grazie. Dopo due anni di restrizioni causa Covid, l'evento organizzato dalla Pro Loco è stato di nuovo aperto al pubblico. In mattinata, dopo la recita della poesia dedicata a Zenerù, bambini e ragazzi delle scuole di Ardesio avevano accompagnato il carro fino alla partenza al Ponte Rino insieme agli ospiti di quest'anno, il gruppo folcloristico di Predazzo. Il servizio di Elisa Cucchi per Bergamo Tv con le interviste ad Antonio Delbono del Gruppo Ciòche del Zenerù e a Giuseppe Facchini dei "Foghi di San Martino di Pàrdàcc".
E' l'antico rito della tradizione popolare del posto e simboleggia la cacciata del mese di gennaio, vale a dire dell'inverno più freddo, quello che metteva a dura prova agricoltura e pastorizia in montagna. Un tempo erano diversi i paesi dell'Alto Serio a celebrarlo, ma da anni resiste solo ad Ardesio dove ogni 31 gennaio viene allestito un carro con il pupazzo raffigurante l'inverno che viene mandato al rogo dopo essere stato scortato per le vie del paese da un corteo con il rumoroso suono di corni e "ciòche", i grossi campanacci che sono appesi al collo degli animali da bestiame. Quest'anno come da suggerimento dell'ideatore, l'eremita Flaminio Beretta, il pupazzo raffigurava Zenerù che prova inutilmente a eludere il suo destino nascondendosi in cima al campanile del Santuario della Madonna delle Grazie. Dopo due anni di restrizioni causa Covid, l'evento organizzato dalla Pro Loco è stato di nuovo aperto al pubblico. In mattinata, dopo la recita della poesia dedicata a Zenerù, bambini e ragazzi delle scuole di Ardesio avevano accompagnato il carro fino alla partenza al Ponte Rino insieme agli ospiti di quest'anno, il gruppo folcloristico di Predazzo. Il servizio di Elisa Cucchi per Bergamo Tv con le interviste ad Antonio Delbono del Gruppo Ciòche del Zenerù e a Giuseppe Facchini dei "Foghi di San Martino di Pàrdàcc".