Più che raddoppiati in un anno (da 53 a 109) i fatti che possono essere a vario titolo considerati riconducibili a fenomeni di matrice mafiosa (ci sono anche tre omicidi). Una sempre più netta divisione di 'competenze' criminali tra diversi gruppi che si spartiscono il mercato della droga, del gioco d'azzardo, dei rifiuti e della prostituzione, con un sempre più deciso radicamento della presenza delle gang straniere (in particolare nordafricane e albanesi, ma anche gruppi di nazionalità indiana e clan rom), che affiancano gruppi autoctoni o legati ai clan di matrice italiana, con una importante attività soprattutto nella Bassa Bergamasca (area di Zingonia e Romano di Lombardia), e in Val Calepio (Albano, Grumello). Il tutto a fronte di una cresciuta sensibilità da parte dell'opinione pubblica, degli organi d'informazione e un costante impegno da parte delle forze dell'ordine. E', in sintesi, il quadro che emerge dalla nuova edizione di Mafie e Criminalità organizzata in provincia di Bergamo, l' "atlante" realizzato dall'Osservatorio sulle mafie in Bergamasca del Coordinamento provinciale di Libera in occasione della Giornata della Legalità, che coincide con l'anniversario della strage di Capaci. La provincia orobica si conferma terra di conquista, soprattutto per il mercato degli stupefacenti: segno di un mercato sempre più florido dato da una crescente richiesta. Crescono i reati fiscali, che mostrano relazioni sempre più strette tra clan e professionisti, mentre quello del gioco d'azzardo è diventato un settore sempre più ghiotto (soprattutto con la contraffazione delle schede inserite nelle slot machine per permetterne la tracciabilità). Da questa situazione dalle tinte sempre più fosche, emergono anche dati che possono avere una lettura positiva: cresce il numero degli immobili confiscati, 128, dei quali 29 sono già stati destinati a Comuni e associazioni, 91 attualmente gestiti dall'Agenzia nazionale così come 8 aziende.
Più che raddoppiati in un anno (da 53 a 109) i fatti che possono essere a vario titolo considerati riconducibili a fenomeni di matrice mafiosa (ci sono anche tre omicidi). Una sempre più netta divisione di 'competenze' criminali tra diversi gruppi che si spartiscono il mercato della droga, del gioco d'azzardo, dei rifiuti e della prostituzione, con un sempre più deciso radicamento della presenza delle gang straniere (in particolare nordafricane e albanesi, ma anche gruppi di nazionalità indiana e clan rom), che affiancano gruppi autoctoni o legati ai clan di matrice italiana, con una importante attività soprattutto nella Bassa Bergamasca (area di Zingonia e Romano di Lombardia), e in Val Calepio (Albano, Grumello). Il tutto a fronte di una cresciuta sensibilità da parte dell'opinione pubblica, degli organi d'informazione e un costante impegno da parte delle forze dell'ordine. E', in sintesi, il quadro che emerge dalla nuova edizione di Mafie e Criminalità organizzata in provincia di Bergamo, l' "atlante" realizzato dall'Osservatorio sulle mafie in Bergamasca del Coordinamento provinciale di Libera in occasione della Giornata della Legalità, che coincide con l'anniversario della strage di Capaci. La provincia orobica si conferma terra di conquista, soprattutto per il mercato degli stupefacenti: segno di un mercato sempre più florido dato da una crescente richiesta. Crescono i reati fiscali, che mostrano relazioni sempre più strette tra clan e professionisti, mentre quello del gioco d'azzardo è diventato un settore sempre più ghiotto (soprattutto con la contraffazione delle schede inserite nelle slot machine per permetterne la tracciabilità). Da questa situazione dalle tinte sempre più fosche, emergono anche dati che possono avere una lettura positiva: cresce il numero degli immobili confiscati, 128, dei quali 29 sono già stati destinati a Comuni e associazioni, 91 attualmente gestiti dall'Agenzia nazionale così come 8 aziende.