E'il terzo atto della trilogia sulla resistenza femminile che Marta Cuscunà sta portando in tournè in Italia e all'estero. L'anno scorso per "Altri Percorsi" era stata in città con la "Semplicità ingannata", ora ritorna per la prima volta nella nostra provincia, con "Sorry, boys". Si tratta di un lavoro che trae spunto da un fatto reale avvenuto a Gloucester, cittadina del Massachusetts, dove 17 ragazze minorenni sono rimaste incinta dopo averlo deciso insieme, un fatto che aveva sconvolto l'opinione pubblica e scatenato i media. Si era scoperto che alla base del patto scellerato c'era l'idea di crescere insieme i figli come in una comune ma senza la presenza maschile giudicata ingombrante e pericolosa. In quella cittadina, infatti, il fenomeno della violenza sulle donne era elvatissimo. Lo spettacolo prende lo mosse da qui. Ma la lettura di Marta Cuscunà è particolare e prende le mosse non dalle 17 ragazze ma dagli esclusi, gli uomini in primis. L'attrice, finalista del Premio Ubu 2016 come miglior performer, sul palco non è sola ma con alcune maschere meccaniche, i protagosnisti della sua storia, a cui da voce e che aziona attraverso ben 36 leve meccaniche. Robi Vitali.
E'il terzo atto della trilogia sulla resistenza femminile che Marta Cuscunà sta portando in tournè in Italia e all'estero. L'anno scorso per "Altri Percorsi" era stata in città con la "Semplicità ingannata", ora ritorna per la prima volta nella nostra provincia, con "Sorry, boys". Si tratta di un lavoro che trae spunto da un fatto reale avvenuto a Gloucester, cittadina del Massachusetts, dove 17 ragazze minorenni sono rimaste incinta dopo averlo deciso insieme, un fatto che aveva sconvolto l'opinione pubblica e scatenato i media. Si era scoperto che alla base del patto scellerato c'era l'idea di crescere insieme i figli come in una comune ma senza la presenza maschile giudicata ingombrante e pericolosa. In quella cittadina, infatti, il fenomeno della violenza sulle donne era elvatissimo. Lo spettacolo prende lo mosse da qui. Ma la lettura di Marta Cuscunà è particolare e prende le mosse non dalle 17 ragazze ma dagli esclusi, gli uomini in primis. L'attrice, finalista del Premio Ubu 2016 come miglior performer, sul palco non è sola ma con alcune maschere meccaniche, i protagosnisti della sua storia, a cui da voce e che aziona attraverso ben 36 leve meccaniche. Robi Vitali.