È tornata in libertà mercoledì pomeriggio l’aquila reale recuperata sabato 28 gennaio ad Adrara San Martino. Quando è stata trovata dalla polizia provinciale, il maestoso rapace diurno presentava sintomi da avvelenamento indiretto: forse aveva mangiato un ratto o forse un boccone avvelenato. Ma dopo quattro settimane di cure al Cras, il centro di recupero degli animali selvatici al Wwf di Val Predina, nel comune di Cenate Sopra, l’aquila reale è tornata a volare.
L’aquila reale liberata è molto probabilmente una femmina con più di 4 anni e ha un'apertura alare che può arrivare fino a un paio di metri: era stata avvistata da due escursionisti sul sentiero che porta al rifugio Gemba, ad Adrara, e aveva difficoltà a volare. Due guardie ecologiche volontarie e la pattuglia del nucleo ittico-venatorio l'avevano poi portata al Cras per le cure. L'aquila non era in pericolo di vita. Durante le cure al centro di Val Predina l’aquila è stata tenuta al caldo con un'apposita lampada, per evitare che sprecasse energie per scaldarsi.
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 23 febbraio