Alle porte del lago, un passaggio in Val Cavallina di 15 chilometri tutti da scoprire tra tratti di pista ciclopedonale in sede propria e altri a contatto con le macchine su strade secondarie, ma che qualche spunto di riflessione lo danno. È stata la prima pista pensata in provincia, quella che da Gorlago arriva a Monasterolo del Castello, ma che di tratti veri e propri ne presenta tre, il primo dalla zona Crocefisso di Gorlago da via Montecchi fino al confine con Zandobbio, quello di Entratico a bordo fiume e, infine, quello di Grone che arriva alle porte di Casazza. La partenza è quanto di più soddisfacente per amatori, famiglie e anche ragazzi che si vogliono avvicinare alla mountain bike: percorso sterrato alternato a cemento, salita e discesa tra i sassi, rettilinei tra viti e serre, prima d’incontrare il fiume Cherio ed arrivare a Trescore Balneario, al confine con Zandobbio.
Unico neo, quasi una costante di questi tratti chiusi al traffico, è la cura della vegetazione a bordo strada, da rivedere e troppo vicina ai ciclisti. Le indicazioni non mancano: è questo il tratto più lungo (circa 2 km), sempre su vie poco trafficate, dove soprattutto nelle ore di uscita dal lavoro serve fare maggiore attenzione. Rientriamo sul percorso e, a farci compagnia, troviamo proprio una guida di mountain bike, Mariarosa Reghenzi di Sarnico, che ci spiega segreti e punti deboli di una pista adatta a tutti.
Ottimo il tratto di Entratico a bordo Cherio, seppur la larghezza sia ridotta, interrotto ancora da un passaggio su strada: sono due i momenti in cui incontriamo la pista alle porte di Berzo, sempre intervallati da tratti su strada ben segnalati.