«Per me la moda è una brutta parola, e spesso viene confusa con le mode. E io ritengo che le mode siano da evitare. La Moda con la “M” maiuscola è un’opportunità, perchè produce idee e produce lavoro». Lo dice Piero Cividini, imprenditore e stilista, che produce una griffe che porta il suo nome e sfila alla Settimana della Moda di Milano ormai da anni, per un mondo «di nicchia, per fruitori - dice Cividini - smaliziati». E Piero racconta i suoi inizi: «Sono entrato per caso in un maglificio: lo scopo era raccogliere soldi per pagarmi le vacanze senza chiedere aiuto alla famiglia». Nel 1986/’87 nasce il brand Cividini, con una curiosità: la collaborazione con l’industria di Stato bulgaro: «È andata avanti fino a quando ci fu l’attentato al Papa» rammenta, e continua: «Il brand Cividini nasce insieme a mia moglie, l’intenzione era fare del cachemire in modo alternativo e non in maniera, tra virgolette, “muffosa” - spiega -. Abbiamo portato il design nella moda». E con il consolidamento dei mercati arrivano anche le passerelle: «Non solo maglieria e poi una linea completa». Ora Cividini è in tutti i Paesi del mondo, con una forte presenza sul mercato orientale, soprattutto in Giappone. «La cosa più divertente del mio lavoro? Anche la più stressante: nel momento in cui fai una cosa, questa cosa non vale più nulla, è finita. E devi rimetterti in pista. Il gioco è già finito e ne inizia un altro». Poi una risata Piero Cividini la fa alla fine: «Mi vesto sempre di nero, è vero: perchè è comodo. Anche al buio uno si veste senza doversi guardare allo specchio e combinare le cose. Utilitaristico».