Nella vita fa il direttore artistico per la prosa del Teatro Donizetti e del Teatro Sociale di Città Alta. Maria Grazia Panigada è colei che organizza la stagione teatrale che noi poi vediamo seduti in poltrona: «Come scelgo? Immaginando questi spettacoli davanti agli occhi dei bergamaschi: penso al messaggio, all’estetica e allo stupore che posso creare nel pubblico. Una scelta – spiega la bergamasca – che va fatta con cura, attenzione e con passione». Importante è pensare anche alla ricaduta che uno spettacolo e il suo messaggio possono avere sulla città, «per creare reti sul territorio». Con un obiettivo importante: «In questi anni stiamo cercando di tornare a un rapporto diretto con il pubblico, sia in teatro che fuori, anche in maniera molto ludica». Si apre così uno sguardo diverso per lo spettatore: «Capisce come è la macchina scenica e il messaggio dello spettacolo si fa più chiaro». I giovani? «Vengono a teatro – commenta Panigada -. Penso ad Amleto a Gerusalemme: i ragazzi si appassionano a vedere in scena anche altri giovani. Ci vuole comunque sempre attenzione e cura nella scelta».
E il sogno è quindi quello che il «teatro diventi sempre più casa, si prolunghino spazi e l’accoglienza». Anche al Teatro Sociale: «Qui si spera nella ristrutturazione degli spazi e non solo della sala». Coi un momento, una sensazione che ci porta tutti dentro il nostro teatro, pronti per assistere a una magia: «Quando si abbassano le luci e sta per iniziare lo spettacolo. Questo tempo è quello che amo di più: i contorni della realtà vanno scomparendo e si entra nel mondo teatrale. Guardo questi secondi con stupore, con gratitudine di esserci, avvolta da un’atmosfera magica».