«Ho preso la palla in mano la prima volta a nove anni, incominciando nel salotto di casa imitando Mimì Ayuara. Quella passione è diventata una professione». Una chiacchierata ricca di sorprese quella con Paola Paggi, pallavolista di 40 anni della Foppapredretti. «Sono arrivata a Bergamo nel 2002, poi ho fatto altre esperienze e qui sono tornata da tre, Bergamo mi ha consacrata come pallavolista». Una vita dura: «Ci sono dei ritmi alti, tanti impegno, sacrifici da fare». La competizione? «Il mio pane da sempre. Ho imparato a guadagnarmi le cose sul campo e fuori dal campo». La vittoria nel cuore? «Contro Novara, una finale scudetto complicata». E lei tra l’altro è il capitano della Foppa: «Essere capitano è uno stile di vita, non solo in campo». E in spogliatoio? «Succede di tutto». Poi ride sul futuro: «Difficile ritrovare una passione così forte come quella che ho per la pallavolo fuori dall’ambito sportivo». Ma non le mancano le idee. Senza dimenticare: «Io stare sempre in campo, ma devo anche sistemarmi... come donna». E il sorriso di Paola riempie la telecamera.