Un’artista che indossa le sue opere. Grata Somarè ha 70 anni, abita a Bergamo e fa vestiti: «Per me stessa, anche se fino a poco tempo fa non sapevo cucire. Ho imparato grazie a un’amica» spiega. I suoi sono «abiti per gioco», «fuori dalle regole, autoironici, una presa in giro di me stessa». L’ispirazione? «Qualsiasi cosa io veda, in giro per la strada e per il mondo». Abiti che crea in continuazione: «Ne faccio anche tre al giorno, capita però che ce ne siano alcuni che finisco in 3-4 mesi». In tutto ne ha contati 600, ma sono molti di più: «Ho smesso di archiviarli, li ho spostati in uno spazio più grande e ora non li conto neanche più».
Ma il giudizio degli altri? «Non mi spaventa. Città Alta è sempre più turistica e gli stranieri si fermano e approfittano per fare una foto». E aggiunge: «In fondo i miei abiti sono un po’ come dei travestimenti. E se c’è chi ride, meglio così: sempre meglio ridere che piangere». Anche perchè per lei questi abiti sono un po’ il prolungamento di se stessa: « Non so cosa farò da grande: per ora continuerò a viaggiare e a fare abiti». E anche in giro per il mondo si veste come quando è nella sua Città Alta. «Abiti civili? Solo per visite mediche e funerali».