Gianpaolo Bellini si racconta a quattro mesi di distanza dall’addio al calcio giocato dopo 18 anni di professionismo con la maglia nerazzurra. «Non ho nessun rimpianto, avevo già deciso un anno prima il giorno del mio ritiro. Ora mi sto formando come dirigente, spero di restare nell’ambiente e di dare una mano all’Atalanta anche fuori dal campo. È il mio sogno nel cassetto insieme a quello di aprire una scuola di sport con mia moglie che balla e insegna danza. Il calcio resta la mia grande passione e, compatibilmente con gli impegni professionali e quelli di papà, mi divertirò a giocare con gli amici in un campionato amatoriale. I fischi a Raimondi? Non li capisco, ma Cristian andrà avanti per la sua strada nella consapevolezza di aver fatto sempre il massimo per l’Atalanta, così come ha fatto io».