Due passioni nella vita di Max Pavan, uno dei volti televisivi bergamaschi più noti: le lingue straniere e la comunicazione. Un L’Eco di Bergamo Incontra che gioca tra le note della musica e le frequenze televisive di Bergamo Tv. «A 9 anni ho iniziato a collaborare con una radio privata: mi sono proposto per un programma di bambini che mancava. Scrissi alla direzione della radio: presi probabilmente dall’esasperazione - ride il giornalista - hanno accettato e la domenica mattina coinvolgevo compagni di classe, mettevamo in onda le sigle dei cartoni animati sui 45 giri, lanciavo le dediche dei bambini. In fondo la chiacchiera ha sempre fatto parte della via vita». Poi è arrivato l’insegnamento di lingue e letteratura straniera in una scuola superiore di Treviglio: «Un’esperienza professionale e umana incredibile».
Ai tempi dell’Università inizia la collaborazione con Radio Alta: «Fu poi Elio Corbani a propormi il passaggio in tv per condurre “Bergamo Giovani”». Siamo nei primi anni Novanta: «Si parlava di tematiche giovanili accostate alla musica». E adesso? «Faccio le cose che completano il lavoro del giornalista e del conduttore. E che mi piacciono molto: il telegiornale e la conduzione di programmi su Bergamo Tv, che mi permettono di entrare in contatto diretto con la gente, grazie alle telefonate». Cosa significa raccontare Bergamo? «Farlo oltre i clichè che sono quelli che raccontano un bergamasco chiuso e laborioso. Scavando c’è molto altro: voglia di fare, oltre al lavoro concreto di tutti i giorni. La gente fuori Bergamo ci invidia questo e mi piace raccontare questa città».Poi un sorriso: «Visto che per anni ho condotto una parte di sportello informazioni con esperti che danno info utili su vari ambiti, capita ancora spesso che la gente mi fermi per strada e mi chieda come compilare il 730, oppure un testamento... - ride -. Si aspettano che io sappia le risposte, proprio come gli esperti in tv».