LIBERI SOGGIACETE
16. 73 Lo cielo i vostri movimenti inizia;
16. 74 non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica,
16. 75 lume v'è dato a bene e a malizia,
16. 76 e libero voler; che, se fatica
16. 77 ne le prime battaglie col ciel dura,
16. 78 poi vince tutto, se ben si notrica.
16. 79 A maggior forza e a miglior natura
16. 80 liberi soggiacete; e quella cria
16. 81 la mente in voi, che 'l ciel non ha in sua cura.
Nella cornice degli iracondi Dante aveva chiesto a Marco Lombardo se il male presente nel mondo fosse dovuto all'influenza degli astri o alla responsabilità degli uomini. La risposta è chiara: se la causa fosse da cercare negli astri, gli uomini non sarebbero liberi e non ci sarebbero premi o castighi in conseguenza del loro comportamento virtuoso o malvagio. All'inizio i corpi celesti possono influenzare il destino degli uomini ma solo all'inizio; non possono però condizionare la loro razionalità, l'anima razionale infatti è di natura spirituale ed è creata da Dio.
L'uomo, grazie al suo “libero voler” è capace di discernere il bene dal male ed è chiamato a contrastare gli influssi negativi esercitati su di lui dagli astri (noi diremmo dalla sua istintività) con un costante controllo e dominio di sé, proprio quello che è mancato agli iracondi. Marco Lombardo, parlando degli uomini, utilizza l'espressione “liberi soggiacete”, che apparentemente sembra una contraddizione (un “ossimoro” in termini retorici), ma che esprime perfettamente la natura della libertà umana: l'uomo è libero non perché non si dà regole ma perché vi si sottopone volontariamente.