BEATI I POVERI DI SPIRITO!
12.127 Allor fec'io come color che vanno
12.128 con cosa in capo non da lor saputa,
12.129 se non che ' cenni altrui sospecciar fanno;
12.130 per che la mano ad accertar s'aiuta,
12.131 e cerca e truova e quello officio adempie
12.132 che non si può fornir per la veduta;
12.133 e con le dita de la destra scempie
12.134 trovai pur sei le lettere che 'ncise
12.135 quel da le chiavi a me sovra le tempie:
12.136 a che guardando, il mio duca sorrise.
Proseguendo il loro cammino lungo la cornice dei Superbi, Dante e Virgilio hanno modo di notare che sotto le piante dei loro piedi si trovano dei bassorilievi istoriati con 13 esempi di superbia punita. Dopo quelli disposti lungo il bordo della cornice (nel canto X) con le immagini parlanti dei tre esempi di umiltà premiata (Maria, la fanciulla di Nazareth; Davide, il re di Israele; Traiano, l' imperatore romano), ora i superbi sono costretti a calpestare questi esempi di superbia come se dovessero mettere sotto i piedi la loro propensione al peccato, lasciandosela definitivamente alle spalle. I 13 esempi sono tratti dal mito e dalla Sacra Scrittura.
L'ultimo, quello che quasi li sintetizza tutti, è quello della città di Troia, il “superbo Iliòn” già citato da Virgilio nel canto II dell'inferno. Poco dopo i due incontrano un angelo, l'angelo dell'umiltà, che si avvicina con le ali e le braccia aperte e li invita a salire lungo una scala alla cornice successiva. Mentre i due si avviano verso la scala odono la voce dell'angelo che intona una delle beatitudini evangeliche: “Beati pauperes spiritu!”.
Dante prova una sensazione di leggerezza: l'angelo dell'umiltà con un battito d'ali, ha infatti cancellato dalla sua fronte la prima delle 7 P che l'angelo portiere gli aveva inciso con la spada. In chiusura del canto ecco una simpatica similitudine ispirata alla vita quotidiana: Dante si tocca la fronte con la mano aperta come coloro che hanno qualcosa in testa ma non se ne accorgono; cominciano a sospettarlo dalle reazioni e dagli sguardi dei passanti. Davanti a questo gesto così spontaneo ed un po' infantile di Dante, Virgilio sorride.