Viaggi e turismo
Mercoledì 05 Dicembre 2018
Vitoria, il cuore verde
dei Paesi Baschi
Mille sfumature di verde: è la prima impressione dei Paesi Baschi che si può cogliere atterrando all’aeroporto della capitale, Vitoria-Gasteiz. Una meta a portata di mano: da Orio al Serio si può arrivare in un paio d’ore con Ryanair
A una manciata di chilometri c’è la regione della Rioja Alavesa, una dozzina di comuni in tutto, celebre per i suoi vini. Accanto ai vitigni arrampicati sulle colline e alle distese di uliveti, un paesaggio rilassante, si possono trovare parchi naturali, cantine storiche e architetture contemporanee, con itinerari adatti a chi ama l’enogastronomia - alla scoperta di cibi e sapori nuovi -, oppure l’arte, la storia e la natura.
Per entrare nello spirito dei luoghi merita una sosta, il dolmen che la gente del posto chiama «La chabola de la hechicera» (Il cappello della strega), a Elvillar, nella provincia di Álava, dove una quiete antica – pietre salde nella terra, ai piedi di una magnifica quercia centenaria - lima gli spigoli dell’anima.
Le cantine sono aperte alle visite e compongono una stuzzicante «strada dei vini». Dalla Bodegas Ysios, a Camino de la Hoya a Laguardia, progettata da Santiago Calatrava, uno dei più grandi architetti del XX secolo, come un tempio dedicato al vino, dove le onde d’alluminio del tetto riflettono in modo particolare la luce del tramonto, tingendo di viola intenso l’acqua che circonda l’edificio. Il legno della facciata si armonizza bene con il paesaggio montano e richiama il materiale delle botti. C’è un fitto programma di degustazioni, visite guidate, lezioni di enologia. Meglio prenotare online (www.clubysios.com). Non mancano cantine dalla storia antica, come la Bodegas Ostatu, gestita dalla famiglia Saenz de Samaniego, in un suggestivo edificio di pietra che in passato ospitava una stazione di posta. La produzione rispecchia lo stile e il carattere del territorio (www.ostatu.com).
Secondo la tradizione prende il suo nome da un’audace nobildonna, innovatrice dell’impresa di famiglia, la «Bodegas de la Marquesa», cantina di Villabuena de Álava gestita dalla stessa famiglia da cinque generazioni: da non perdere la visita delle antiche celle sotterranee scavate nella roccia, seguendo il processo di produzione dei vini (con assaggi e un programma di attività collaterali, come visita ai vigneti e pic-nic, da modulare a seconda del tempo disponibile): per informazioni [email protected]. Si può mangiare e dormire in mezzo ai vigneti, in alberghi come l’Hotel boutique Viura, a Villabuena de Álava, arredato in stile contemporaneo usando materiali della tradizione come botti e fiaschi completamente reinventati.
Linee architettoniche audaci e un tributo alla tradizione vinicola locale si uniscono con esiti sorprendenti nell’Hotel più celebre della zona, della catena Marriot, il Marquès de Riscal, progettato dall’architetto Frank Gehry, piacevolmente incastonato tra le case di pietra di Elciego. Il suo profilo e la luce riflessa dal tetto in titanio, con le sue curve spettacolari, si distinguono da lontano. Un gioiello la cittadina di Laguardia: circondata da una cinta di mura di pietra arenaria, costruite tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, conserva ancora tutto il suo fascino medievale. Le vie strette del borgo antico sono riservate ai pedoni, e ognuna ha ancora la sua cantina, anche se pochissime sono tuttora adibite all’uso originale.
È una città-giardino Vitoria Gasteiz, interamente circondata da un anello verde di 30 chilometri. Tra i suoi punti di forza una grande attenzione all’ambiente e alla qualità dell’aria (non per niente nel 2012 ha conquistato il titolo di European Green Capital): ci sono un albero e 45 metri quadrati di parco per ogni abitante, 200 chilometri di piste ciclabili, 33 di passeggiate pedonali. Fra le (tante) cose da vedere il museo Fournier de Naipes, con la più grande collezione di carte da gioco del mondo, e la cattedrale gotica di Santa Maria, in restauro dal 2000 ma sempre aperta al pubblico con un allestimento particolare, che ha ottenuto numerosi premi internazionali. Una cattedrale da romanzo, scelta dall’autore bestseller Ken Follet come ambientazione per “Mondo senza fine”, il seguito de “I pilastri della terra”. A Vitoria c’è molto da scoprire anche per gli amanti della buona cucina: dai pintxos, versione locale delle tapas, da provare nel bar Toloño, sulla piazza principale, dove si fa “alta cucina in miniatura”, fino alle pietanze tradizionali e gustose di Portalón, caratteristica locanda quattrocentesca a due passi dalla cattedrale. C’è perfino un ricco mercato coperto, dove si trova il meglio della produzione locale ed è possibile imparare a cucinare le specialità basche direttamente dagli chef.
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