Viaggi e turismo
Martedì 02 Aprile 2019
Le porte della Tunisia
raccontano riti e storia
Chi visita la Tunisia non può non restare incantato dalla bellezza delle sue porte. Belle, colorate e cariche di significati.
Le più particolari sono porte ad arco a due battenti, aventi una piccola sottoporta. Se si ha la fortuna di notare questa tipologia, si conoscerà il frutto dell’astuzia di una donna, che è poi rimasto nei secoli nella cultura delle porte tunisine.
La Khoukha (pesca), così viene chiamata questa porticina nella porta, è stata inventata dalla principessa spagnola, sposa di Abdulaziz Ibn Moussa Ibn Noussair. Indignata per l’atteggiamento dei suoi sudditi musulmani, i quali non si inchinavano davanti a nessuno, tranne che davanti a Dio, escogitò questa porticina che per le dimensioni più piccole del normale, costringeva chiunque ad abbassarsi e ad inchinarsi mostrando così rispetto per il luogo in cui si stava entrando e per i suoi occupanti. La qualità della porta di uno stabile è simbolo della ricchezza del proprietario: legno di palma, più usuale ed economico, per le case modeste, oppure albicocco, raro e prezioso, per le case nobili. Le porte tradizionalmente sono dotate di tre diversi battacchi di ferro che permettono, nei loro diversi toni, di sapere chi è dietro la porta e dare quindi il giusto benvenuto. L’anello di sinistra è riservato al marito, quello a destra ad estranei, amici o familiari e infine l’anello più basso è quello per i bambini.
In Tunisia le porte si differenziano anche per i colori, ognuno dei quali ha un significato particolare. I colori dominanti sono il verde e il giallo ocra. Nel Corano il giallo è detto essere un bel colore amato da Dio; mentre il verde è il colore del Paradiso. Quindi avere una porta principale con questi colori significherebbe la speranza di poter accedere in futuro al Paradiso al cospetto di Dio.
Il colore blu è stato introdotto solo in tempi recenti, ricordiamo il “blu di Sidi Bou Said”, il villaggio a nord di Tunisi, che ha ispirato tanti artisti. Ma soltanto all’inizio del secolo il blu incominciò ad essere apprezzato ed introdotto in Tunisia, ed ora è uno dei colori dominanti per le porte, le finestre e i muri delle case delle medine tunisine.
Le decorazioni sopra le porte sono effettuate tramite chiodi grandi e piccoli con i quali vengono fatti disegni stilizzati e simbolici. Questi decori vengono chiamati hilia (gioiello), per una particolare associazione tra la porta e la donna, come protettrice della dimora privata. Ciò porta a riflettere sul ruolo di primaria importanza ricoperto dalla donna all’interno della sfera privata. Avvicinandosi a queste porte decorate si può notare come i due grandi battenti siano la rappresentazione di due seni di donna.
Le altre decorazioni “disegnate” con le hilia e le geometriche sculture delle porte hanno significati storici e sociologici molto importanti e sono un po’ come il libro della storia della Tunisia. Ritroviamo il simbolo di Tanit, la dea cartaginese della fertilità, la stella di Davide a sei punte, la croce cristiana, il mihrab musulmano, la mezza luna turca, l’occhio, la mano di Fatima e il pesce. Il simbolo più frequente è la stella di Davide che secondo la leggenda scaccia i djinng, gli spiriti maligni (da cui deriva il nostro “genio”). La croce fa pensare al passato cristiano della Tunisia. Il mihrab, luogo della moschea dove l’imam guida i fedeli nella loro preghiera, non è altro che il simbolo dell’Islam. La mezza luna simbolizza la Turchia ottomana e il contrasto con la croce e il mondo cristiano.
Per maggiori informazioni, visitate il sito www.tunisiaturismo.it
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