Descrivere il fascino di Haarlem, una romantica città olandese, a un’ora di auto da Amsterdam è impresa ardua. Una città suadente e coinvolgente, dove respiri arte e storia, profumi di tulipani e la modernità non stride al fianco di edifici ultrasecolari con le facciate che paiono dipinte dai maestri del Secolo d’Oro. Il cuore pulsante è la piazza Grote Mark, attorno alla quale ruota il passato: il municipio, il Mercato delle carni diventato museo archeologico e museo de Hallen. Al centro troneggia il monumento a Laurens Janszoon Coster. Era il primo tipografo olandese - e forse l’inventore della macchina da stampa ben 14 anni prima di Gutenberg. A un lato della piazza, una sfilata di locali storici : d’obbligo una sosta al Grand Café Brinkmann.
Merita più tempo una visita alla chiesa protestante di San Bavone, la cui costruzione è iniziata nel 1370. L’interno è dominato dalla navata alta una trentina di metri e dalla maestosità dell’organo di Christian Muller suonato nel 1766 da Mozart (all’epoca aveva solo 10 anni) e anche da Handel. Si possono poi notare alcune curiosità: come la Cappella degli accalappiacani, così chiamata per la figura riportata sulla parte sinistra della pietra portante. Nel Medioevo un macellaio aveva il compito di cacciare i cani dalla chiesa. In un angolo c’è la più antica cassaforte di Haarlem del XV secolo dove venivano conservati i diritti della città. Su un muro è fissata una palla di cannone, a ricordo dell’assedio spagnolo di Haarlem, mentre dal soffitto penzolano modelli di navi del XVI e XVII secolo, doni della corporazione navale.
Non meno interessante il museo Teylers (teylersmuseum.nl) visitato persino da Napoleone che ospita strumentazioni scientifiche e alcuni dipinti di maestri del Secolo d’Oro. Qui si possono trovare anche fossili, minerali, medaglie, monete insieme a numerosi dipinti, disegni e stampe di artisti quali Rembrandt e Michelangelo. Una combinazione inusuale, ma bisogna ricordare che questo è il museo più antico d’Olanda. A quei tempi la scienza era considerata una forma d’arte. E i principi dell’Illuminismo erano appena nati.
Straordinario il museo Frans Hals, un genio del Secolo d’Oro, un artista universalmente considerato secondo solo a Rembrandt, famoso soprattutto per i suoi schutterstukken, il primo del 1616, l’ultimo del 1639: si tratta di ritratti di gruppo delle guardie civiche del tempo. Quella più celebre rimane «Il banchetto degli ufficiali della Compagnia di San Giorgio» (1616), eseguita cinque anni dopo il «Ritratto di Jacobus Zaffius», ovvero il suo primo lavoro. Accanto ai quadri su commissione, non mancano quelli ispirati dagli incontri quotidiani: Buffone che suona il flauto; Zingara ridente; Peeckelhaerin il Mulatto; Strega di Haarlem. Con pennellate sciolte e ampie, Hals dava vita a mani, sguardi, gruppi di persone, un particolare dell’abbigliamento. I suoi dipinti, le ambientazioni tipiche, hanno una somiglianza vivida alla realtà. Le sue opere ebbero una grande influenza sugli impressionisti del XIX secolo, come Monet, Corbet e Manet. Anche Vincent van Gogh era rimasto profondamente colpito dall’opera di Frans Hals.
In posizione più defilata si trova la Cattedrale cattolica, Basilica di San Nicola. Per immergersi nell’atmosfera fiabesca di questa cittadina occorre però perdersi nel dedalo di vicoli, scrutare ogni angolo, sbirciare le finestre, dove spunta un gatto curioso, passeggiare lungo i canali, visitare un mulino a vento. Le possibilità sono infinite. Poi c’è l’altra Haarlem, quella moderna, dove fare shopping fra negozi che vendono tessuti e formaggi di ogni tipo compresi quelli alquanto improbabili al sapore di cocco o pesto. Ma la particolarità sta forse nella capacità degli olandesi di aver saputo trasformare vecchi edifici di archeologia industriale, manifatturieri in spazi moderni, luoghi espositivi, boutique. Una trasformazione che ha avuto il pregio di conservare le splendide facciate e decorazioni. Certo non può non destare stupore, la destinazione di una chiesa sconsacrata diventata birreria.
Ma Jopenkerk (Ged. Voldersgracht 2 jopenkerk.nl) è ormai un luogo cult di Haarlem, con tessuti rossi e vetrate. Non una comune birreria, ma un locale che ha portato a termine la missione di recuperare e ricreare le tradizionali birre di Haarlem, attraverso ricette ritrovate negli archivi della città, risalenti al 1407. La fabbricazione della birra del resto è stata un’industria molto importante per la città, tanto che fino al XVI secolo l’acqua per la birra veniva presa dal Brouwersgracht, ovvero il Canale dei birrai. Prosit!
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