Viaggi e turismo
Martedì 10 Dicembre 2013
Abano Terme
Gusto e cultura
Non solo fanghi e trattamenti termali ad Abano e Montegrotto, i centri più noti della zona dei colli Euganei, a sud di Padova. Pur restando questi i fattori di tradizionale attrattività dell’area, se ne affiancano altri che permettono di sposare le cure termali con una vacanza vera e propria
Non solo fanghi e trattamenti termali ad Abano e Montegrotto, i centri più noti della zona dei colli Euganei, a sud di Padova. Pur restando questi i fattori di tradizionale attrattività dell’area, se ne affiancano altri – anche se, magari, un po’ meno famosi – che permettono di sposare le cure termali con una vacanza vera e propria.
Su fanghi e acqua, le Terme Euganee sono da sempre conosciute: artrosi, fibromialgia, mal di schiena e dolori articolari traggono un notevole giovamento dalla fangoterapia abbinata alla balneoterapia. Un intero ciclo di terapie termali può essere a carico del servizio sanitario nazionale, facendosi fare l’impegnativa Asl dal proprio medico di base.
La cosa che non tutti forse conoscono è che il fango termale di Abano e Montegrotto ha ottenuto il brevetto europeo per il suo principio attivo antinfiammatorio.
Come spiega Fabrizio Caldara, direttore scientifico del Centro studi termali veneto Pietro D’Abano, tra i principali microrganismi che colonizzano il fango vi sono alcuni cianobatteri che presentano un’elevata attività antinfiammatoria caratterizzata dall’assenza di effetti collaterali. Ma non si tratta solo di curare: i fanghi svolgono anche una funzione preventiva, mette cioè al riparo dall’insorgere delle malattie.
Gli hotel di Abano e Montegrotto sono tutti dotati di piscine e di reparti per i trattamenti di cura oltre che di veri e propri centri del benessere. Uno degli alberghi più noti è l’Abano Ritz, un prestigioso cinque stelle guidato da Ida Poletto, (sua la definizione di termalismo come un trattamento intermedio tra la medical spa e il wellness). Qui termalismo, benessere, sport e buona cucina si sposano bene (decisamente interessanti le proposte del ristorante alla carta dell’hotel, il Brutto anatroccolo).
Ma, nell’ambito della politica turistica, è in corso un vivace dibattito tra la Provincia di Padova e gli albergatori. Le presenze turistiche nell’area dei Colli Euganei sono di 3,2 milioni annui: stabili gli italiani anche se hanno accorciato il periodo di permanenza, un po’ in calo i tedeschi, in forte crescita i russi (+40%) e intanto si guarda ai benestanti cinesi. Gianluca Bregolin, presidente dell’Associazione albergatori Abano e Montegrotto Terme, punta a valorizzare quanto già si ha, e cioè cento alberghi dotati di stabilimento termale che sono stati ampliati e arricchiti di reparti wellness per le famiglie e i giovani. Il 70% degli albergatori investono per migliorare il comparto del termalismo.
Ma Barbara Degani, presidente della Provincia di Padova e del consorzio Dmo, cioè l’organismo di gestione turistica creato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio, dice: va bene la fangoterapia, ma bisogna promuovere di più il wellness e occorre sviluppare un’immagine nuova per catturare un pubblico diverso. “I turisti italiani non si fermano tantissimo – dice - vorremmo intercettarli anche per le bellezze naturali, per l’enogastronomia, la cultura, le mostre, i borghi, le ville venete, il cicloturismo”.
In effetti questi fattori non mancano: i ristoranti offrono una cucina di elevato livello: si va dai grandi nomi come la famiglia Alajmo che a Selvazzano, non lontano da Abano, ha il Ristorante La Montecchia e il Caffé Bistrot “La Montecchia” – a due passi dalla splendida villa Emo Capodilista, opera dell’architetto-pittore Dario Varotari (e i conti Emo-Capodilista continuano a coltivare la terra e a produrre ottimi vini come il Cabernet Franc Godimondo) - a valide trattorie come “Al Pirio da Giona” di Torreglia. Poi le rinomate case vinicole come Ca’ Lustra della famiglia Zanovello, dove spiccano il Carmenere rosso (Merlot e Cabernet Franc), il Sassonero (Merlot in purezza) e i numerosi vitigni bianchi veneti.
Ma sono tante le cantine da esplorare lungo la Strada del vino dei Colli Euganei, come spiega la presidente Francesca Salvan. Cantine raggiungibili in auto (soprattutto se bisogna fare rifornimento) oppure anche in bici (magari per un assaggio) lungo i 70 chilometri delle attrezzate piste ciclabili che si snodano tra le bellezze paesaggistiche e monumentali della zona. Come Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, con uno dei giardini più belli d’Europa. O Arquà Petrarca, il borgo medievale dove Francesco Petrarca trascorse i suoi ultimi anni di vita. O ancora le aree archeologiche di Montegrotto, dove si conservano i resti di edifici risalenti al periodo compreso tra il primo secolo avanti Cristo e il secondo dopo Cristo, tra cui una lussuosa villa e un grande complesso termale posto sotto l’Hotel terme Neroniane.
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