Astesana, tour
fra tartufi e vino

Parafrasando un vecchio slogan pubblicitario: è sempre tempo di un viaggio in Astesana. Ma in autunno ancora di più. Le vigne e i boschi prima di mettersi a riposo esplodono in una serie infinita di colori e per chi sa godersele, la pace e la tranquillità sono veramente impagabili. In quella sorta di anello d’oro che ha come centro Mombercelli, non distante da Asti, e che tocca Montaldo, Montegrosso, Agliano, Castelnuovo, c’è tutto quello che serve per caricare le batterie.

E se non si vuole proprio approfittare del piacere del dolce far niente, niente paura, non c’è da annoiarsi sia che ci si voglia fermare per un weekend sia per periodi più lunghi. In più, di questi giorni c’è il piacere eccezionale della tavola con in tavola il re della gastronomia: il tartufo bianco. Fiere e sagre che lo celebrano ce n’è ovunque. E ogni paese dice che la sua è più importante, e ogni piazza dice che i suoi trifulai sono i migliori. Senza fatica si attacca bottone e ti raccontano di quel tartufo prodigioso che proprio lì è stato trovato. Miracolosamente. Ma sono miracoli che si ripetono ogni anno.

Da queste affabulazioni è stata subito affascinata Silvia Pincolini che, diventata lei stessa magnifica affabulatrice, ha deciso di lasciare Milano e di trasferirsi da quelle parti aprendo, a Mombercelli, sul cucuzzolo di un dolce colle con vista sui filari della barbera, un B&B e dando in affitto alcuni appartamenti. Silvia è sempre disposta a fare da guida e a far conoscere i personaggi locali che conviene conoscere. Così ti porta a conoscere Eugenio Gagliardi, “solo” 71 anni, ma con un fascino e una competenza da ultracentenario. Genio, come tutti lo chiamano, ha dedicato la sua vita alla ricerca e allo studio del tartufo, dopo aver messo a profitto quel che gli aveva insegnato lo zio Pierino, morto a 91 anni, considerato uno dei trifulao più fortunati, alcuni suoi pezzi sono entrati nella mitologia del tartufo. Dopo la teoria, Silvia ti porta anche a fare pratica, con il suo amico Gino, vignaiolo per lavoro, ma cercatore di tartufo per amore che, con la sua cagnolina Linda ti guida per boschi a sperimentare che cosa vuol dire cercare – e trovare – quel tubero che, passando al venale, quest’anno vale 200-300 euri l’etto. Prima della crisi si dice che andasse anche a 1000 euri. A non voler fare i sedentari, in bicicletta o a cavallo si possono visitare isole naturalistiche e parchi. Ma già il solo percorrere le stradine che uniscono i paesini tagliando in mezzo alle vigne si rimane estasiati. Si gode il silenzio e si scoprono suoni della natura che si erano dimenticati.

Nel centro di Mombercelli c’è un piccolo museo di arte moderna, ma che espone opere che poi andranno o sono state in città importanti. In questi giorni vi è l’esposizione di Gino Vercelli, autore dei fumetti della Sergio Bonelli editore (Dylan Dog, Tex, Nathan Never...); ma al Musarmo di Mombercelli non ci si va solo per vedere solo le opere esposte, ma anche per l’architettura e la dislocazione interna delle sale. Infatti, era fino a non molto tempo fa era un carcere mandamentale e dentro vi sono ancora le celle, il parlatorio delimitati con grandi e robusti cancelli. Inutile dire che la cucina (a proposito c’è una scuola internazionale l’Icif a Costigliole d’Asti) non lascia nessuno deluso, idem per il vino (sempre a Costigliole d’Asti c’è una fornita enoteca). E perché no, la grappa, ce n’è una a Vigliano che viene mandata avanti dalla stessa famiglia da tre generazioni. Ma soprattutto la qualità complessiva della vita che permette veramente di rigenerarsi in atmosfere dei tempi andati.

Fiorenzo Barzaghi

© RIPRODUZIONE RISERVATA