Bressanone, vacanze da PapaTappa all’abbazia di Novacella

Già dall’anno mille i pontefici si allontanavano da Roma per sfuggire alla canicola e all’aria pessima, causata soprattutto da corsi d’acqua impaludati, che provocavano malattie. Ma è con Innocenzo III (1198-1216) che occorre risalire per parlare di villeggiature estive papali come di una consuetudine regolare. Per sfuggire allo scirocco, Eugenio III (1145-1153) si fece costruire un palazzo a Segni, Clemente IV (1265-1268) e Niccolò III (1277-1280) puntarono su Anagni e Viterbo. Altri papi si lasciarono incantare dalle bellezze naturali, incastonate fra rovine pittoresche, di Sora, Tivoli, Montefiascone. Castel Gandolfo è sempre stata meta privilegiata di tanti papi. Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI. Con Giovanni Paolo II le vacanze papali cambiarono registro. Non solo Castelgandolfo, ma anche l’Adamello, la Maiella, i sentieri alpini dal Cadore alla Val d’Aosta. E ora la nuova sorpresa di Benedetto XVI che dopo aver trascorso un’estate a Lorenzago, quest’anno è a Bressanone. Fino all’11 agosto il Papa sarà ospite del Seminario Maggiore e reciterà l’Angelus il 3 e il 10 agosto in Piazza Duomo a Bressanone. Ospizio per pellegrini nel 1050, il Seminario, ricostruito in stile rococò nel 1771, ospita una chiesa e una ricca biblioteca con affreschi di Franz Anton Zeiller, allievo di Paul Troger.La località non è certo sconosciuta al pontefice. Dopo essere stato nominato cardinale nel 1977, qui trascorse quasi sempre le sue ferie. La città è al centro della Val d’Isarco, in una conca baciata dal sole, attorniata dallo scenario delle Dolomiti. In questo località dalla storia millenaria, alla confluenza dei fiumi Isarco e Rienza, si fondono arte e cultura, tradizione e modernità. Basta fare un giro lungo le vie porticate per rendersene conto. Le chiese, il Duomo, il chiostro con gli affreschi gotici e l’antico palazzo dei principi vescovi (con il museo diocesano e il giardino dei Signori) sono tappe obbligate di ogni visitatore. Da vedere, la torre bianca, ovvero la torre della chiesa parrocchiale intitolata a S. Michele Arcangelo, che con i suoi 72 metri di altezza è uno dei simboli della città assieme alle torri del Duomo. Tipici sono i quattro sporti con tetto a doppio spiovente, dietro ai quali si celava, fino a prima della seconda guerra mondiale, la stube di una guardia che aveva il compito di suonare l’allarme in caso d’incendio. Poco distante il municipio, edificio gotico con modifiche del romanticismo ed elementi che richiamano al linguaggio architettonico del tardo Medioevo. Interessanti sono gli affreschi risalenti al periodo intorno al 1900 e le pitture a trompe-l’oeil. La sala consiliare è rivestita in legno con stemmi degli stati della corona austriaca. A pochi chilometri troviamo l’Abbazia di Novacella fondata nel 1142 dal vescovo riformatore Artmanno, da allora abitata dai canonici agostiniani. Il monastero è uno dei più grandi del Tirolo. Assolutamente da vedere la chiesa abbaziale romanica, il chiostro dalle volte gotiche, il cortile con il Pozzo delle Meraviglie, la biblioteca in stile rococò e la pinacoteca. All’ingresso dell’abbazia, cinta da fattorie e vigneti, c’è la cantina con mescita: un buon calice di Sylvaner, Müller Thurgau e Kerner vi riconcilierà col mondo.(01/08/2008)

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