L'estate è decisamente finita e la memoria di alcune regioni italiane svanisce nelle prime nebbie. Questo è il destino anche dell'Abruzzo che dopo l'abbuffata dei turisti sulla costa, ritorna nel suo sonno. Ci si ricorderà delle sue favolose scamorze quando si attende il turno nei negozi di gastronomia, o dei suoi non meno memorabili arrosticini quando l'attesa è invece dal macellaio, ma per il resto, riposto l'ultimo capo di abbigliamento estivo significa anche l'addio alla regione. E perché invece non tornarci d'autunno quando il foliage delle sue magnifiche faggete farebbe concorrenza a quelli del Canada? E scegliere dunque la sua bellissima montagna Majella prima che la neve la ricopra e il silenzio che per fortuna c'è anche d'estate, diventi totale e benefico come un balsamo?
E allora Abruzzo sia! Saliamo a Pretoro, tanto per cominciare, ben sapendo che si farà torto a tutti gli altri paesotti arroccati sui cocuzzoli o sui pendii della montagna italiana famosa per gli orsi e per i lupi. Solo 60 chilometri dalla costa e dall'autostrada, un'oretta di tornanti e presto si profila la cittadina, tutta addossata al pendio, con le case addossate le une alle altre, tutta grigia di pietra, tutta scale, tutta grotte. Forse tanta salute lassù se è vero che i vecchietti esistono e resistono anche oltre 90 anni lucidi, freschi e attivi nelle loro botteghe che non sono state chiuse per far spazio ai supermercati come nelle nostre più ampie città. Così Tonino 1 e Tonino 2 - giusto per distinguerli - se non li si trova in bottega, l'uno a fare chitarre e l'altro a costruire modellini di legno di ogni genere di costruzioni e di oggetti, tutt'al più saranno di sopra nelle stanze di casa o a due passi. Su e giù per le scalette di pietra, strette e ripide, ecco il segreto della longevità. O forse il segreto sta nel piacere di vivere nel paese fino alla fine, con gli attrezzi in mano fino alla fine, un bicchiere di vino in mano fino alla fine? Che meraviglia di oggetti sanno ancora fare, la chitarra col filo di acciaio che viene da Lecco, la cornamusa, le teste dei papi, dei santi, i modellini delle glorie architettoniche italiane. Chiedo a Tonino 2 - il falegname artista - perché non lo vende quel Duomo di Milano, quella Villa Torlonia, quella Torre di Pisa? Dice: e chi la compra? Ma non gli importa, li tiene lì ricoperti di segatura fine fine, chi vuole se li guarda, chi ci tiene si porta via un oggetto piccolo, un piffero, un orso, un lupetto. Ma di lupi o di orsi non ne ha uno scaffale e nemmeno due copie in bottega. Gli affari non gli interessano. C'è anche un'Italia così.
I lupi si diceva, ma davvero ci sono? E dove stanno? Saranno anche in natura, ma per un assaggio - senza contare la torta del lupo che fanno a Pretoro - bisogna portarsi nell'Area faunistica o nel Centro di Esperienza ambientale Il Grande Faggio, in cima al paese che tra l'altro è l'unico posto dove acquistare cartine per i sentieri e documentazione sulla Majella. Attualmente nell'Area faunistica ci sono solo tre esemplari di lupi di cui due femmine e un maschio. La popolazione selvatica, che consta di sette branchi per un totale di una quarantina di esemplari, non si offre al pubblico, ma camminando nei boschi di sera potrebbe accadere di sentirla ululare alla luna. Ci sono storie ovviamente che circolano sul lupo, storie che come spesso accade nella tradizione orale antica, associano gli animali ai santi, in questo caso il lupo a San Domenico che naturalmente è protagonista di un memorabile salvataggio. Un bambinello neonato che Sam Domenico costringe a recedere dal proposito di farne un boccone. La festa di rievocazione del miracolo si celebra la prima domenica di maggio. Il lupo di Tonino, parte della sacra rappresentazione interpretata da Tonino, gliel'ho comprato a fine agosto. Chissà se nel frattempo lo ha rimpiazzato…
Dormire
Residence Majella, con begli appartamentini spartani (Lara), tel.9871.898373, [email protected]
Mangiare
Ristorante i Rintocchi (sorella di Lara), vicino alla chiesa, tel. 0871. 898285, cibo genuino preparato da sapienti mani femminili, servito nelle grotte antiche.
Video
Testo e foto di Ada Grilli
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