Via scritte e murales dal sovrappasso
e si scatena il dibattito. Per voi era arte?

Accanto al liceo Amaldi di Alzano, in via Antonio Locatelli, c’è un sovrappasso che, visto dalla strada, richiama il ponte dei Sospiri di Venezia. Ma all’interno, fino a poche ore fa, era un tripudio di scritte oscene e numeri di telefono associati a frasi non proprio edificanti, a coprire i murales preesistenti. Il gruppo «Sei di Alzano Lombardo se...» l’ha ritinteggiato di bianco. Tantissimi hanno applaudito, ma qualcuno non ha gradito.

Ma questa è arte o non è arte? Il dibattito ad Alzano si è aperto dopo che il gruppo «Sei di Alzano Lombardo se...», rulli e pennelli alla mano, ha ripulito (gratis) il sovrappasso di via Antonio Locatelli, imbiancandolo. A guardare le foto del prima e del dopo intervento, pare che di tempera ne sia stata impiegata parecchia e comunque a più mani, visti i colori pieni dei murales che riempivano i muri, scritte oscene comprese. È proprio per togliere parolacce e messaggi non proprio edificanti dalla vista di quanti utilizzano il passaggio vicino al liceo Amaldi, quello che mette in comunicazione il compresso residenziale ex Sacelit con il centro storico, anche bambini, che gli iscritti al gruppo facebook hanno deciso di intervenire.

Lo spiega Luca Barcella, amministratore del gruppo che in questi giorni ha ricevuto valanghe di «mi piace» e commenti di lode per il lavoro fatto da Mino Patelli e Costantino Cattaneo con il contributo di Bruno Valsecchi e Gianvittoria Piazzalunga nel sovrappasso che cattura lo sguardo di chi cammina nel centro della città, mostrandosi come un «ponte dei sospiri» tutto nostrano, costruito in epoca fascista dalla Sacelit – società dell’Italcementi alla quale nel 1946 venne assegnato il settore dei manufatti in legno-cemento e cemento-amianto – per portare il materiale su rotaie fino alla ferrovia. Un «ponte» della poesia dunque? Stando alle scritte più o meno corpose, ai numeri di telefono associati a epiteti e disegni osceni che lo rivestivano al suo interno, Barcella sulla pagina facebook del gruppo afferma che «di artistico in quel sovrappasso non c’era davvero nulla, ma solo sporcizia, muri scrostati, angoli che puzzavano di piscio e insulti volgari di ogni tipo... comunque accettiamo ogni parere».

Come quello di un cybernauta che boccia il «completo “sbiancamento” del sottopassaggio: tutti i graffiti che c’erano disegnati erano stati fatti dai writers – sostiene –, persone che creano la loro arte sui muri anziché sui quadri. È arte anche quella, non paragonatemi gli insulti o le scritte volgari ai graffiti. Nel sottopasso di Alzano esisteva un mondo pitturato che ora non c’è più. Non si potevano coprire solo le scritte volgari? No via tutto, sbianchiamo tutto, togliamo tutto... adesso il sottopasso sembra il corridoio di un ospedale... solo io riesco a trovare fascino nel tempo che scorre e che viene raccontato strato su strato, colore sovrapposto a colore su un muro?».

Voi cosa ne pensate? Meglio prima oppure ora? E perché?

Quanto ai writers, chissà che in futuro il sovrappasso venga ridipinto da chi parteciperà al nuovo corso che sta per partire ad Alzano, promosso dal Progetto Giovani del Comune. Articolato in sette lezioni, è rivolto ai ragazzi dai 15 ai 20 anni. L’incontro di presentazione è previsto per lunedì 14 marzo alle 18, nella sala 10 della biblioteca (info scrivendo a [email protected]).

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