Cronaca / Valle Seriana
Martedì 08 Settembre 2020
Respinta la mozione di sfiducia a Fontana
Regione, 49 voti contrari e 29 a favore
Dopo una mattinata di dibattito e discussione, con 49 voti contrari e 29 a favore il Consiglio regionale ha respinto questo pomeriggio la mozione di sfiducia al Presidente della Giunta regionale presentata da tutti gli esponenti dei gruppi di minoranza, con l’eccezione della rappresentante di Italia Viva.
Il documento sottolineava tra i vari aspetti come «l’emergenza Coronavirus ha dimostrato che la Giunta Fontana non si è dimostrata di qualità sufficiente a tutelare la salute dei suoi cittadini; le scelte di politica sanitaria poste in essere da Regione Lombardia si sono rivelate in gran parte sbagliate, d’improvvisazione a volte antiscientifiche ed opache.
Di fronte a una sanità pubblica fortemente depotenziata, vi è stato un sostanziale immobilismo di Regione Lombardia incapace culturalmente di comprendere il ruolo della medicina di territorio, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sorveglianza epidemiologica; nei confronti del comparto privato, abbiamo pagato lo scotto della visione sanitaria quasi trentennale della destra lombarda che ha lasciato il privato convenzionato libero di investire dove meglio riteneva, senza di contro contrattare con esso il mantenimento di un ruolo di responsabilità sociale in quelle strutture in tema di servizi ospedalieri a basso profitto, che era doveroso per regione garantire nella contrattazione complessiva di giusto profitto.
Al 29 febbraio, in Lombardia, le strutture di ricovero e cura in prima linea nell’emergenza Coronavirus erano infatti tutte pubbliche. La Lombardia è stata di gran lunga la regione più colpita dall’epidemia di Covid-19: al 27 luglio, i casi sono stati oltre 95.000 (su 246.000 in totale, in Italia), e i morti oltre 16.000 (su un totale di circa 35.000). Un dato del 26 aprile fornisce un quadro desolante della gestione Lombardia: 35% dei contagi, 55% dei morti, 17% dei tamponi rispetto al totale nazionale».
Negli interventi dai banchi di maggioranza è stata invece sottolineata la bontà dell’azione e delle iniziative messe in campo da Regione Lombardia «contro una situazione senza precedenti e che ha colpito la nostra Regione in maniera molto più significativa e drammatica rispetto alle altre regioni italiane e agli altri Paesi europei», mentre non sono mancate critiche al Governo nazionale con frequenti richiami «ai verbali sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, ai mancati interventi da parte del Governo a sostegno di Regione Lombardia nella fase più acuta della crisi sanitaria e alla lacunosa gestione degli aiuti, nonché all’eccessivo utilizzo di decreti contenenti misure e prescrizioni spesso non adeguatamente condivise».
Il Presidente del Consiglio regionale ha sottolineato infine come il dibattito in Aula, «pur nella diversità e nella contrapposizione tra le parti, è stato caratterizzato da un clima di grande correttezza istituzionale e da toni accesi ma rispettosi. Spiace invece –ha aggiunto- che all’esterno di Palazzo Pirelli uno sparuto gruppo di sedicenti rappresentanti del popolo, riuniti sotto il simbolo dei Comitati Armati per la resistenza Comunista, abbia esposto uno striscione con la scritta “Fontana assassino”, ennesimo episodio becero di quell’incitamento all’odio e alla demonizzazione degli avversari politici che pensavamo fosse ormai definitivamente relegato al secolo scorso. Comportamenti inqualificabili che vanno condannati da tutti, senza distinguo alcuno».
Niccolò Carretta (Azione) ha sottolineato che ritiene «più che doveroso nei confronti di Bergamo e della Lombardia aver votato la sfiducia al Presidente Fontana. Una naturale conseguenza delle azioni, degli errori e delle omissioni nella gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Giunta leghista che tutti, direttamente o indirettamente, abbiamo avvertito in questi mesi. Governo e Regione hanno grandissime responsabilità e in un paese normale entrambi gli Esecutivi andrebbero a casa. Il modello lombardo – conclude Carretta - che in venti anni ha indebolito la medicina di territorio ha dimostrato le sue debolezze. I cittadini meritavano una svolta all’incompetenza di Fontana, ma la maggioranza ha continuato, con arroganza a ripetere che “rifarebbe tutto».
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