Moglie uccisa, il marito dal gip. Una perizia calligrafica sulla lettera d’addio

L’OMICIDIO. Zenucchi, nativo di Peia, sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari. Una cugina della donna vuol vedere la missiva firmata da entrambi.

Sarà interrogato dal gip Dario Berrino alle 11,30 di lunedì 11 dicembre Alfredo Zenucchi, il cinquantasettenne nativo di Peia accusato di aver ucciso la moglie Rossella Cominotti, 53 anni, tagliandole la gola in una stanza dell’Antica Locanda Luigina di Mattarana, nello Spezzino. Dopo la convalida dell’arresto, avvenuto in territorio toscano, il giudice dovrebbe dichiararsi incompetente territorialmente e inoltrare gli atti al suo collega di La Spezia, che a quel punto disporrà l’autopsia sul corpo della donna. Dopodiché dovrebbe essere nominato un perito del tribunale e si presume anche un perito calligrafo che possa esaminare la lettera d’addio che, secondo la testimonianza resa da Zenucchi, sarebbe stata vergata dalla Cominotti e poi firmata da entrambi.

La lettera

Lettera che è stata trovata nella camera d’albergo occupata dalla coppia e che conterrebbe anche precise istruzioni sulla volontà di non avere un funerale e sulla cremazione, oltre all’intenzione della donna di volersi suicidare assieme al marito. Ieri Zenucchi è stato visitato in carcere a Massa Carrara dal suo avvocato, Alberto Rimmaudo: «È parso dimesso nella sua reattività – ha detto il legale –, come se volesse che la vicenda avesse il suo corso senza voler lottare». L’accusa è omicidio volontario.

Una cugina: scelta incomprensibile

Proprio in merito alla lettera trovata nella stanza della coppia, una cugina di Rossella Cominotti, Nicoletta Belletti, la prima che aveva lanciato un appello social sulla scomparsa della coppia, ha chiesto di poter vedere la missiva: «Voglio vedere la lettera, conosco la sua scrittura e so come si esprimeva», ha spiegato Belletti. «Lei era solare, impossibile che pensasse al suicidio», ha aggiunto, sottolineando che il marito «invece era sgradevole». La lettera è un foglio scritto a mano, con calligrafia apparentemente femminile e che sembra essere una sorta di testamento di coppia: «Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire», si legge in uno dei passaggi della lettera.

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Dai primi riscontri, Rossella Cominotti è stata uccisa con un rasoio il 6 dicembre. Dopodiché il coniuge non avrebbe a sua volta trovato il coraggio di uccidersi. Ma da chiarire ci sono ulteriori aspetti, come le siringhe e l’eroina trovate nella stanza d’albergo. Zenucchi aveva avuto a che fare con la droga fino al 2010, ma era riuscito a uscirne con l’aiuto dei professionisti di due comunità, una bergamasca e l’altra cremonese. La coppia era partita dalla loro casa di Cremona dopo aver chiuso, senza avvisare clienti e fornitori, l’edicola di Bonemerse, piccolo centro a est di Cremona: la coppia gestiva la rivendita di giornali da un anno.

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I due hanno quindi soggiornato all’hotel Napoleon di Pontremoli, poi all’Hotel Doria di Lerici e, infine, alla locanda di Mottarana teatro del delitto. Dalle indagini sembra che Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi parlassero di morte da almeno un mese. E che avevano già provato a uccidersi, a fine novembre, proprio nell’edicola acquistata a inizio del 2023 e che potrebbe avere un ruolo fondamentale negli ultimi mesi della coppia.

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