Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 13 Marzo 2017
Magoni, icona di generosità
Oggi i funerali a Selvino
Oggi i funerali dell’albergatore: per il paese era più di una istituzione. Numerose le sue iniziative per la comunità.
Si celebrano oggi pomeriggio a Selvino (ore 15, con partenza da corso Milano, verso la chiesa parrocchiale) i funerali di Marcellino Magoni, morto venerdì a 81 anni. Era più di una istituzione tra i selvinesi, un’icona irripetibile, carica di elettricità creativa, uno di quegli uomini che, come li incontri, non può fare a meno di farteli amici e di sentirteli vicini perché il loro modo d’essere ti travolge. Lui, Marcellino Magoni, era un compagnone allegro e responsabile, rispettoso e caparbio, coinvolgente, simpaticamente burbero, conversatore ma di poche parole espresse nella parlata bergamasca che mentre seguiva i canoni dialettali forgiava un linguaggio costantemente nuovo e curioso, complici la risata contaminante e la sincerità di espressione.
La sua diplomazia – se tale è definibile, ricca della qualità morale di chi si è fatto da sé – consisteva nel raccontare la verità, sempre, con fiducia. Lo richiedeva la sua filosofia scanzonata di selvinese tuttofare, dapprima emigrante nel duro lavoro all’estero, poi costruttore in proprio, con le sue mani di muratore orgoglioso ed esperto, dell’albergo cui ha dato, con un pizzico di non celato orgoglio il proprio nome, facendone una «riserva» di affetti familiari positivamente contagiosi.
Quando raccontava la sua storia personale, attento a non figurare primattore, ci metteva l’entusiasmo del ragazzo di paese. Desiderava che si conoscesse cosa abbia significato per lui e per la sua Antonia – la moglie premurosa che gli è mancata ancora in giovane età – essersi rimboccati le maniche per non perdere un solo cliente. Se nella sala da pranzo era un formidabile maitre in grado di intrattenere il cliente, così come si era rivelato un eccellente e severo allenatore sui campi di sci, la figura che ne emergeva era quella di un caro amico solidale, capace di arrabbiarsi (poco) e di partecipare alla gioia (molto).
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