L’operaia morta a Cazzano
Sotto sequestro il macchinario

Il magistrato ha fatto mettere i sigilli alla macchina dove la vittima è rimasta impigliata con la sciarpa, soffocando. Acquisita anche la documentazione sulla sicurezza. I sindacato mercoledì 27 incontreranno l’azienda.

Sono stati sequestrati il macchinario e la documentazione sulla sicurezza aziendale al Tappetificio Radici di Cazzano Sant’Andrea, dove nella mattinata di martedì 26 marzo un’operaia è morta soffocata dalla sciarpa che aveva al collo e che è rimasta impigliata nei cilindri di un macchinario. Il sequestro, disposto dalla Procura, è stato eseguito dai carabinieri di Fiorano. Sul posto personale tecnico dell’ufficio Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’ Ats, sede di Albino.

Sergio Piazzolla, responsabile area specialistica Igiene e sicurezza del lavoro Ats Bergamo: «Purtroppo l’abbigliamento dei lavoratori può essere causa di infortuni sul lavoro, che a priori sembrerebbero inaspettati: spesso infatti non si avverte la pericolosità di ciò che si indossa, che può interagire con l’ambiente lavorativo, sia meccanicamente che come infiammabilità o conduzione elettrica. Per questi motivi si raccomanda che le divise, le tute e comunque gli indumenti dei lavoratori siano quanto più aderenti alla persona, evitando maniche larghe, parti sporgenti o svolazzanti di accessori come cinture, sciarpe, foulard, oltre che collane, monili e simili. Persino i capelli andrebbero tenuti ben raccolti durante certe operazioni. Può capitare infatti che quando il lavoratore si trovi in stretta vicinanza o a contatto con parti del macchinario in movimento o in presa, qualche lembo dell’abbigliamento possa essere agganciato da parti sporgenti e tirato con forza, causando ferite, traumi agli arti o strangolamenti di grave entità proprio a causa della potenza del macchinario dal quale non ci si riesce poi a sganciare. Lo stesso discorso vale per possibili inneschi di incendio ed episodi di folgorazione elettrica attivati da accessori di abbigliamento. Si tratta di adottare precauzioni e stili di prevenzione che sembrerebbero eccessivi ma che le aziende devono comunicare, pretendere e far rispettare nell’interesse dell’incolumità dei loro lavoratori».

Sull’argomento è intervenuta anche la Cgil: «Una nuova, dolorosa, morte avvenuta in un luogo di lavoro sul territorio bergamasco, alTtappetificio Radici di Cazzano. Un’operaia sembra essere deceduta soffocata dalla sciarpa che indossava e che si è impigliata nei cilindri di un macchinario per la fabbricazione di tessuti per tappeti. Nell’azienda tessile lavorano circa 140 persone. Con loro, giovedì 28 marzo, si incontreranno in assemblea i sindacati di categoria Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil di Bergamo, che sono vicina alla famiglia della vittima. Si deciderà in quella sede se intraprendere eventuali azioni di protesta. Intanto, mercoledì 27 dalle ore 9 i sindacati, che hanno chiesto subito un confronto, incontreranno i rappresentanti ti dell’azienda».

Leggi qui la cronaca dell’infortunio mortale: https://www.ecodibergamo.it/stories/bergamo-citta/tragico-incidente-sul-lavorooperaia-muore-a-cazzano_1306417_11/

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