Inverno anomalo: le marmotte sono già uscite dalle loro tane

Ambiente L’anno scorso si erano svegliate alla fine di marzo, ora si notano attorno ai 1.800 metri di quota

Sembra ieri quando le graziose «sentinelle» della montagna si muovevano indaffarate nei pascoli e le pietraie in quota alla ricerca di piante, radici e fiori che consentissero loro di accumulare il grasso corporeo in vista della fase letargica. Invece sono già passati mesi, tutti trascorsi in gruppo all’interno dei cunicoli scavati nel terreno in attesa del ritorno della primavera. Il loro repentino risveglio è l’ennesimo segnale che conferma l’anomalia meteorologica di una stagione invernale vissuta assolutamente sottotono.

Lo scorso anno, proprio a causa del discreto quantitativo di neve caduta, le loro attività giornaliere all’esterno delle tane ripresero infatti verso la fine di marzo mentre oggi, anche attorno ai 1.800 metri di quota, si possono già scorgere questi simpatici roditori muoversi sulla poca neve ancora rimasta.

Ovviamente le ore centrali della giornata sono quelle che più si prestano alla ripresa della loro vita sociale poiché, soprattutto al mattino, le temperature a queste quote scendono ancora in campo negativo. Il periodo e la durata del letargo variano con la quota sebbene il ritorno alla vita normale interesserà dapprima i versanti esposti a sud, dove la copertura nevosa è comunque rimasta per pochissimi giorni. Poi sarà gradualmente la volta di quelli ancora in ombra, o comunque oltre i 2.200/2.300 metri, dove le temperature tendono a mantenersi basse ancora per l’intera giornata.

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