Insulina al marito nel caffè
L’infermiera di Premolo nega tutto

È accusata di aver addormentato il marito Bortolo Rossi con un sonnifero sciolto nel caffè e di avergli poi somministrato dell’insulina causandogli una crisi ipoglicemica che, secondo i consulenti della parte civile, poteva essere letale.

Il tutto, stando al pm Laura Cocucci che ipotizza il tentato omicidio, per sentirsi libera di frequentare l’uomo con cui da qualche mese aveva una relazione (dura tuttora, alla luce del sole: lui è divorziato, lei è in via di separazione).

Laura Mappelli, 49 anni, di Premolo, ex infermiera ausiliaria alla casa di riposo di Albino, nella giornata di martedì 6 giugno è comparsa in aula. La donna ha ricostruito la giornata, negando di aver dato alcun medicinale al marito.L’accusa nei suoi confronti è di tentato omicidio, ma la donna ha contestato ogni collegamento con il decesso, raccontando invece le fasi dei soccorsi. Secondo quanto raccontato, la donna avrebbe pensato a un infarto come causa del malessere del marito: da qui la chiamata al 118.

In aula, la scorsa settimana aveva parlato anche Roberto Quaranta, 52 anni, autista di bus di Albino, attuale compagno dell’imputata, il quale aveva raccontato che si erano conosciuti durante la sua degenza (dal 16 agosto al 19 ottobre 2015), dovuta a un incidente, nella struttura sanitaria dove lei lavorava. «All’inizio il rapporto era tra paziente e infermiera - ha raccontato -, poi è scattato qualcosa. Quando, alla vigilia della mia dimissione, ho visto che era triste, ho capito cosa la signora Mappelli provava per me e io per lei. Così, ci siamo dichiarati. Era una cosa seria - ha spiegato l’uomo -. Del marito lei non temeva la reazione. Ma avevamo deciso di uscire allo scoperto più avanti per non dare dispiacere ai suoi genitori, che sono anziani e non avrebbero digerito la separazione, visto che s’era sposata da poco».

La mattina del 4 dicembre 2015, quando Rossi accusa il malore e viene trasportato al «Papa Giovanni» in elicottero in coma ipoglicemico, è Quaranta che accompagna l’imputata a Bergamo: «M’ha telefonato agitata, dicendo che il marito aveva avuto un infarto».

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