Il ricordo delle vittime della pandemia
«La gente esige risposte dalla giustizia»

L’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il procuratore generale di Brescia: «Molteplici i filoni di indagine pendenti».

«È stato un anno difficile e pesante che in questo territorio ha avuto l’epicentro è che ha mietuto vittime, tra cui ci sono ben 14 avvocati e tanti nostri conoscenti, tanto che l’elemento simbolico che accompagnerà sempre la memoria di quanto accaduto è legato al nostro territorio, ed è quella fila di 70 mezzi militari che portavano le salme dei morti di covid da Bergamo nei forni crematori di altre città». Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Brescia, Claudio Castelli, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso nella mattinata di sabato 30 gennaio.

«È tempo - ha aggiunto Castelli - di essere coraggiosi e di ripensare la giustizia che vorremmo, una giustizia più vicino ai cittadini, più fruibile, più comprensibile, più equa.L’epidemia ha sconvolto tutti i nostri parametri e dovremmo cercare di trasformare la crisi in occasione. Dobbiamo avere l’ambizione, una volta finita questa drammatica epidemia, di tornare non alla precedente normalità, ma a una giustizia migliore che sia per tutti, operatori e cittadini, ampiamente soddisfacente».

«Va rammentato come nei circondari di Bergamo, Brescia e Cremona la pandemia abbia assunto le caratteristiche di un vero e proprio flagello quanto a numero di persone decedute. Non può quindi tacersi come dal territorio del distretto si levi sempre più forte la voce della popolazione che legittimamente chiede, anzi direi esige, che la magistratura requirente faccia la propria parte nell’accertamento dell’eventuale rilevanza penale di tutta una serie di vicende che si sono verificate e che vengono segnalate». È quanto detto nel suo intervento dal procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’appello di Brescia. «Molteplici - ha aggiunto Rispoli - sono i filoni investigativi pendenti, alcuni dei quali di grande delicatezza come quelli relativi alla gestione durante l’emergenza delle tante Rsa e strutture ospedaliere presenti all’interno del territorio, alla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, ovvero ancora alla chiusura e riapertura del presidio sanitario di Alzano Lombardo il 23 febbraio 2020».

In calo quasi tutti i reati nella Bergamasca. L’ultimo periodo, dal 1° luglio 2019 al 30 giugno comprende 4 mesi caratterizzati dal coronavirus, con il severissimo lockdown disposto nella prima fase della pandemia. Sono calati per esempio i furti (-23%), in particolare quelli in abitazione: con più gente nelle case e meno possibilità di spostarsi in strada i ladri hanno avuto meno occasioni per agire. In crescita invece le frodi informatiche: anche in questo caso c’è un collegamento con il lockdown, durante il quale è aumentato l’utilizzo del web per gli acquisti. L’evasione fiscale resta un fenomeno di grande rilievo: più di 100 i milioni evasi in Bergamasca tra imposte varie e Iva, più di 186 i milioni di Irap non versati. Per reati tributari sono stati emessi provvedimenti di sequestro per 65 milioni, di cui 30 sono stati posti effettivamente sotto sequestro.

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