«Dopo il disastro del ponte crollato
paralizzati i trasporti eccezionali»

Il camion che precipitò dal cavalcavia in Brianza faceva parte della flotta della Nicoli di Albino. Il contitolare Fausto lancia un appello: «Sull’onda emotiva della tragedia bloccate le autorizzazioni, la Regione intervenga».

«La questione del tonnellaggio superiore è chiaramente un errore materiale, un numero scritto male sull’autorizzazione. Per questo la nostra azienda non è indagata per il ponte crollato ad Annone Brianza. Ma il problema vero ora è un altro». Panico, impasse da crollo, dice Fausto Nicoli, l’onda lunga e paradossale dell’inchiesta che sta paralizzando province, comuni e tir. «Un boomerang. Non sappiamo dove possiamo circolare con i mezzi eccezionali, le autorizzazioni che prima arrivavano in 15 giorni ora non arrivano più, alcune province sembrano in tilt. Abbiamo mezzi fermi , clienti che aspettano e poche risposte. Un danno enorme che si aggiunge al dramma del ponte».

Dal giorno dell’incidente sono passati tre mesi. La Nicoli non è indagata, ma la tragedia del crollo sta assumendo toni da romanzo di Kafka, aggiungendo al dramma l’impasse della burocrazia. «Sull’onda dell’effetto emotivo dovuto al crollo, improvvisamente le autorizzazioni che prima venivano rilasciate in 15 giorni sono bloccate, non sappiamo fino a quando – spiega Nicoli –. La nostra azienda si ritrova con sei autorizzazioni in scadenza al 31 gennaio: senza risposta. Vuol dire mezzi fermi, autisti fermi, merce ferma, clienti che aspettano. Il blocco riguarda l’intero settore dei trasporti eccezionali (un migliaio di automezzi in Italia) e ovviamente ci chiediamo cosa stia succedendo. Una situazione del genere non l’abbiamo mai vissuta e non siamo gli ultimi arrivati».

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