Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 06 Aprile 2020
Conte, botta e risposta con la Lombardia:
Alzano e Nembro, Regione poteva chiudere
«Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa». Lo scrive al quotidiano online Tpi.it il premier Giuseppe Conte.
«Non vi è argomento da parte della Regione Lombardia per muovere contestazioni al Governo nazionale o ad altre Autorità locali. Se la Regione Lombardia ritiene che la creazione di nuove zone rosse andasse disposta prima, con riguardo all’intero territorio regionale o a singoli comuni, avrebbe potuto tranquillamente creare «zone rosse», in piena autonomia» ha scritto il premier.
«Si fa presente - continua la nota del presidente del Consiglio - che le Regioni non sono mai state esautorate del potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti. Al pari di quanto hanno fatto altre Regioni come il Lazio, la Basilicata e la Calabria, nei cui territori, con ordinanza, sono state create ”zone rosse” limitatamente al territorio di specifici comuni».
Le dichiarazioni arrivano dopo che lunedì mattina, in merito alla zona rossa mai istituita nella Bergamasca, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, parlando ai microfoni di Radio Padania, aevva affermato che «il premier Conte, che è anche un fine giurista, dovrebbe darmi due risposte. Primo: come faccio io, che non ho i titoli per farlo, a bloccare e interrompere un diritto costituzionalmente protetto. Secondo: anche se avessi disposto la zona rossa, con quali forze dell’ordine avrei potuto chiudere l’area, tenendo conto che non ho a mia disposizione la Polizia, i Carabinieri la Guardia di Finanza e nemmeno l’esercito. Se avessi detto a queste forze di andare là, mi avrebbero risposto che non dipendono da me, ma che prendono ordini solo dal prefetto. Questo è un tentativo di scaricare il barile» ha affermato, sottolineando poi come la zona rossa nell’area di Alzano Lombardo e Nembro la Regione Lombardia l’abbia chiesta a Conte e «anche il comitato tecnico in cui siede un nostro rappresentante, ha vibratamente insistito per ottenerla. Noi poi ci atteniamo alle disposizioni che altri possono e devono prendere - ha dichiararo -. È inutile che ora cerchi di scaricare su di noi questa cosa. La sera stessa Conte disse che sostanzialmente stava creando una zona rossa su tutta la Regione Lombardia e questa fu la giustificazione per la quale non aveva preso la decisione sulla bergamasca. Forse ha cambiato opinione strada facendo, ma no può addebitare a me una cosa che non potevo fare, neanche volendo».
E Fontana replica nella serata: «Al di là del fatto che ammesso che ci sia una colpa, la colpa eventualmente è di entrambi, io non ritengo che ci siano delle colpe in questa situazione. Forse - ha ammesso Fontana - su Alzano si sarebbe potuto fare qualcosa di più rigoroso ma dopo che era stata istituita una zona rossa» in tutta la Lombardia «noi non avevamo neanche da un punto di vista giuridico modo di intervenire».
Dopo le dichiarazioni del premier Conte nella conferenza stampa di lunedì sera, la Regione Lombardia ha diffuso una nota stampa
«A fronte della mappatura della diffusione del contagio, Regione Lombardia il 3 marzo ha reiterato, fra le altre, la richiesta di istituire una zona rossa per Nembro e Alzano, attraverso il Comitato Tecnico Scientifico di supporto a Palazzo Chigi che condivideva tale valutazione, inoltrandola al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute».Lo comunica la Regione Lombardia in una nota in cui «ricostruisce i principali passaggi e i relativi provvedimenti assunti a partire dal 21 febbraio». «Nello stesso giorno - si legge nella nota - in cui si registra il primo contagio in Lombardia, infatti, il presidente della Regione con il ministro della Salute, ha assunto la prima ordinanza con l’obiettivo di sospendere le attività scolastiche, le manifestazioni pubbliche e le attività lavorative e commerciali. Il 23 di febbraio viene istituita dal Presidente del Consiglio dei Ministri la zona rossa di Codogno. Nello stesso giorno viene istituita la zona gialla, che prevedeva minori restrizioni, con ordinanza firmata dal Presidente Fontana e dal Ministro Speranza».
«Il 1 marzo - prosegue la nota - è stato concordato il primo dpcm con misure restrittive su tutta la regione con particolare severità per le province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza, reiterando le misure già disposte per i dieci comuni del lodigiano. L’8 marzo - conclude la nota - il Governo ha deciso con proprio dpcm - quello che ha generato il drammatico esodo notturno dalla Lombardia - di istituire la zona rossa in tutta la regione, superando ogni decisione relativa a Nembro e Alzano e cancellando quella di Codogno».
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