Bloccato da un mese nelle Filippine
«Malattia e quarantena in un villaggio»

L’entusiasmo dell’intraprendere una bella avventura e l’incubo del coronavirus.

È quanto accaduto ad Elia Migliorati, 24 anni, originario di Castione della Presolana, che è rimasto bloccato nelle Filippine dopo aver contratto il virus. «Dopo aver trascorso un anno di lavoro in Australia - racconta il giovane -, il 25 gennaio sono partito per fare un viaggio alla volta del sud-est asiatico. Dopo due settimane a Bali ed un mese nelle Filippine, il mio itinerario era di viaggiare attraverso il Vietnam per poi andare in Laos, Cambogia e Tailandia via terra. Come ultima tappa prima di tornare in Italia e passare l’estate a casa, sarei voluto fermarmi per un mese in Nepal».

Ma sulla sua strada si è messo il coronavirus, ed Elia da circa un mese è bloccato nelle Filippine. «Mi sono stabilizzato sull’isola di Palawan - spiega -, e dopo la prima settimana di lockdown, il 17 marzo, mi sono ammalato. Febbre alta e tutti i sintomi che riconducevano al coronavirus. Così mi hanno costretto alla quarantena per 14 giorni nella mia stanza di albergo all’interno di un villaggio. La prima settimana ho avuto problemi respiratori e febbre alta. L’ospedale più vicino è a tre ore da qui e nessuno ha a disposizione dei tamponi, pertanto non mi è stato fatto, anche se sono sicuro fosse Covid-19. Così due infermieri del villaggio mi hanno prescritto paracetamolo. Ero preoccupato, ma ho avuto la fortuna di essere assistito da una signora che gestisce la struttura dove mi trovo. Ero molto affaticato, ed anche i contatti con la mia famiglia ero costretto a doverli ridurre al minimo proprio per questo».

Ora tutto sembra passato, ma prima di poter tornare in Italia ci vorrà ancora del tempo. «Sono sempre stato in contatto con l’ambasciata italiana a Manila - sottolinea il 24enne -, ma finché non era finita la quarantena non potevo muovermi. Ora però il lockdown è stato prorogato sino al 30 aprile, quindi sicuramente sino a quella data sarà difficile rientrare. Qui nel villaggio, oltre a me, ci sono anche altri turisti che sono rimasti bloccati. In generale nelle Filippine, stando a quanto leggo, la situazione non sembra così critica. Sono circa 2.500 i positivi e i morti si attestano attorno ai 250, circoscritti soprattutto all’area della capitale».

Una situazione difficile, ma Elia Migliorati ha saputo mantenere il sangue freddo. «Fortunatamente sono un tipo che riesce a tenere la calma - precisa -, anche in momenti difficili, e l’anno trascorso in Australia mi ha rinforzato anche sotto questo punto di vista. Qui trascorro le giornate nella spiaggetta privata dell’hotel: leggo libri, e tutti i residenti hanno un’ora d’aria al giorno per fare una passeggiata o comprare qualcosa di necessario. Una volta rientrato a casa, e non appena tutto si sarà risolto, l’idea è quella di partire per la Nuova Zelanda e perché no, riprendere anche il viaggio interrotto in Asia».

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