Bergamo, comitato parenti vittime covid
Presentati 50 esposti in Procura

Nella mattinata di mercoledì 10 giugno alcuni rappresentanti del comitato «Noi denunciamo» si sono recati in procura per depositare le prime denunce.

Chiedono un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando sarà a Bergamo il prossimo 28 giugno, i parenti delle vittime da coronavirus che mercoledì 10 giugno si sono ritrovati in Procura per presentare le prime 50 denunce per avere «verità e giustizia» per i loro cari.

I rappresentanti del comitato «Noi denunciamo» hanno in preparazione almeno altri 200 esposti «non contro i sanitari che hanno fatto il possibile ma contro i politici che non hanno fatto altro che raccontare bugie».

Sono la mancata applicazione della zona rossa a Nembro e ad Alzano Lombardo e la chiusura e rapida riapertura del pronto soccorso di quest’ultimo paese il «filo rosso» delle numerose denunce che i parenti delle vittime da coronavirus hanno presentato in Procura a Bergamo. Lo ha spiegato Consuelo Locati, che assiste il Comitato «Noi denunciamo» che oggi ha dato il via al Denuncia day. «Sarà poi l’Autorità giudiziaria a valutare le denunce e a chiamare i parenti quando sarà necessario - ha detto l’avvocato -: sarà un’inchiesta non breve per via della delicatezza della materia».

Il legale, alle domande dei giornalisti, è tornato sulle parole del procuratore facente funzione Maria Cristina Rota la quale, dopo aver sentito il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera come persone informate sui fatti, aveva detto che dalle prime risultanze decidere di istituire la zona rossa sarebbe stata una «decisione governativa». «Quella frase - ha detto l’avvocato Locati - è stata male interpretata, la Procura indaga a 360 gradi e non ha scagionato nessuno. Indaga senza escludere alcuna ipotesi». Il legale ha già consegnato in procura le denunce su un supporto informatico e ora i parenti delle vittime, uno a uno, stanno personalmente andando a depositarle.

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