Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 01 Febbraio 2016
Alla scoperta dei nostri fiumi
Oggi la prima puntata: il Serio
Con questa prima puntata, su L’Eco di Bergamo in edicola il 1° febbraio, diamo inizio a un viaggio che ci porterà a conoscere più da vicino i nostri fiumi. Vi racconteremo ambiente, natura, storie di uomini e di lavoro, le questioni idrogeologiche, come quella che agita in questi giorni i Comuni dell’Alta Valle in merito allo sfruttamento della sorgente Nossana. Iniziamo con l’Alto Serio dalle sorgenti a Ponte Nossa.
Cinquant’anni fa, una storica penna de «L’Eco» si cimentava in una poetica descrizione del Serio. L’arguto Franco Rho con le sue pennellate colorite ci consegnava un ritratto del fiume, degno di un quadro di Raffaello: «Il Serio ha mutevoli umori, collere, tranquillità; è guerriero quando tumultua e straripa; poeta quando si placa; artigiano quando spinge mulini e fucine; contadino quando fertilizza i campi; industriale quando alimenta i macchinari delle fabbriche; imprenditore del turismo quando accoglie sulle sponde la gente pallida dei centri urbani».
Mezzo secolo ha trasformato la valle, il fiume non è più lo stesso, ma è sempre lì e le sue funzioni non sono poi cambiate. Energico come l’elettricità che produce, mostra i muscoli già nella culla del monte Torena e si butta di schianto nel baratro delle cascate. Oltre la diga del Barbellino la portata naturale si riduce complice numerose derivazioni che interrompono la continuità delle acque. Questione annosa, tanto che già 10 anni fa nel Programma di tutela e uso delle acque della Regione Lombardia, si leggeva: «A partire dal tratto a valle del lago di Barbellino fino ad Ardesio il regime idrologico risulta molto compromesso a seguito delle numerose opere di derivazioni».
Il fiume soggetto a forti variazioni di portata, dovute non solo all’andamento stagionale delle precipitazioni atmosferiche, ma anche ai prelievi e ai rilasci delle numerose centrali idroelettriche e delle industrie tessili. Captazione e rilascio delle acque per il Serio sono la normalità, ne consegue che il livello ha bruschi cambiamenti con ripercussioni sulla fauna e sulla flora.
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