Albino: dramma nel dramma
Genitori morti, figlia in ospedale

Bondo Petello. Giuliano Schena si è spento il 19 marzo, ieri è spirata la moglie. La loro Elena ricoverata a Gallarate. Un nipote: «Una famiglia esemplare».

Due coniugi di nemmeno settant’anni morti nel giro di dieci giorni e una figlia, gravemente disabile, ricoverata ancora in ospedale. Tra le tante storie che raccogliamo tutti i giorni dal fronte dell’epidemia, quella che ha coinvolto la famiglia Schena di Bondo Petello, frazione di Albino, è particolarmente dura da raccontare.

Giuliano Schena, 68 anni, si è spento giovedì 19 marzo, con sintomi riconducibili al coronavirus, ma a portarselo via pare sia stato un ictus. Ieri l’ha seguito anche la moglie Rita Merelli, 66 anni, risultata positiva al terribile virus. Giuliano si è spento in casa, mentre la moglie era ricoverata all’ospedale di Seriate. Abitavano a Bondo Petello, dove vivevano con la figlia Elena, 31 anni, affetta da una grave forma di disabilità che non la rende autosufficiente sin dall’infanzia, e la figlia Simona, 44 anni. Un altro figlio, Claudio, 38 anni, vive fuori casa. Anche la figlia Elena si trova attualmente ricoverata nel nosocomio di Gallarate per sintomi riconducibili a coronavirus, anche se il tampone ha dato esito negativo. Le sue condizioni ora appaiono stabili, ed è uscita dalla terapia intensiva.

«I miei zii sono stati l’esempio concreto di cosa vuol dire vivere per la famiglia – ricorda Tiziano Brignoli, nipote dei coniugi –: lavorare dall’alba sino alla sera per sostenere economicamente la propria famiglia, e poi rientrare a casa e occuparsi di loro, in particolare di una figlia disabile, che necessita di cure, attenzioni e precauzioni costanti. Tutto questo per rendere la sua vita il più dignitosa possibile. Erano persone per bene. Semplici, certamente, ma di quella semplicità che poi viene ricordata da parenti, amici, e da coloro che li hanno incontrati durante il corso della loro vita». Amore ed attenzioni che riservavano anche ai tre piccoli nipoti. Giuliano era in pensione da parecchi anni, ma aveva dedicato parte della sua vita alla rinomata pasticceria «Dei Castelli» di Tagliuno. Dopo il pensionamento, ne avevano preso le redini i figli Claudio e Simona, che però, dopo molti sacrifici, hanno chiuso l’attività.

«Il presidente George Herbert Walker Bush – sottolinea il nipote – era solito dire che “è facile dire sì tanto quanto è facile dire di no”. Penso che queste persone descrivano alla perfezione mio zio Giuliano. Una persona che c’è sempre stata per gli altri. Per i suoi figli, per sua moglie, per chi aveva bisogno di un consiglio o di una spalla sul quale appoggiarsi. Genuino, semplice, “alla mano”. Mia zia, invece, si è occupata per tutta la vita di mia cugina Elena, con estrema cura, amore e premura. Ha sacrificato molta della sua libertà individuale per non far mancare nulla alla figlia. L’ha amata più della sua stessa vita, ed era per lei il suo primo pensiero in ogni circostanza. La “mia Elenina”, così la sentivo spesso dire».

Come spesso accade in questi giorni, l’armonia e l’equilibrio di una semplice e normale famiglia sono stati spezzati all’improvviso.

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