I tre fratelli nati nella stessa casa
ma in tre comuni diversi

Nascere a tre e quattro anni di distanza a Dezzo di Scalve, a cavallo del 1946, crea strane combinazioni. Soprattutto se, di mezzo, c’è una vera e propria spedizione per riportare l’archivio dell’anagrafe nel comune d’origine.

Chiamateli pure «gemelli diversi», ci sono abituati. Gemelli magari proprio no, visto che la data di nascita li separa fra loro di tre e quattro anni, ma la storia dei tre fratelli Macalli condensa la curiosità e le anomalie che le fusioni dei Comuni, tornate al centro della discussione anche negli ultimi tempi, possono portare con sé.

Venire al mondo nella stessa casa ma risultare nati in tre Comuni differenti non è da tutti. È invece il segno distintivo di alcune famiglie scalvine con pargoli venuti alla luce a cavallo del 1946. Questione di fusione, quella che negli Anni Trenta aveva accorpato i Comuni di Colere e Azzone in quello di Dezzo di Scalve e questione anche di «blitz», quello del 1946 con cui i coleresi scesero al Dezzo per riportare nel loro municipio registri, archivi e pure mobili che i fascisti avevano trasferito al Dezzo. Una storia messa di recente in musica nella canzone «Ol messo comunal» dai Bacå Lünå, gruppo colerese di ispirazione folk rock che sta impazzando anche su Youtube con il suo video girato a Colere ed ispirato al documentario «Il sentiero delle carte».

Arturo, Agostino e Carlo Macalli sono i tre fratelli Macalli nati nella loro casa in piazza al Dezzo. A raccontare (divertito) la vicenda è il terzogenito Carlo, professione architetto e, soprattutto, conosciuto per essere dal 2012 il presidente dell’Associazione alpini di Bergamo. «Io che sono del 1951 risulto nato ad Azzone, mentre mio fratello Agostino, nato a febbraio del 1947, a Dezzo di Scalve e il nostro primo fratello, classe 1944 (mancato tempo fa), risulta pure nato nel Comune di Dezzo di Scalve, ma se si va nel municipio di Azzone a cercare i suoi documenti non si trova nulla, perché tutti i registri e persino i mobili dell’anagrafe nel 1946 vennero portati a Colere e quindi là si trova depositato l’estratto di nascita».

Insomma, pare che nella foga di riappropriarsi del municipio, i coleresi nel 1946 fecero «di un documento un fascio», con la conseguenza che i tre fratelli Macalli risultano di tre paesi diversi. Sì, perché chi viveva in sponda orografica destra del fiume Dezzo era (ed è) di Colere, mentre quelli di sinistra di Azzone. E i Macalli proprio a sinistra stavano, eppure il «ratto del municipio» ne ha portato i documenti a Colere, e tant’è.

«Non è facile far capire a chi non è della nostra valle perché esiste questa strana situazione – prosegue Carlo Macalli –, ma per noi ormai è naturale e ci scherziamo su». Come scherzano di un’altra differenza che fa questi fratelli sempre più «diversi». «Quando mio padre Giuseppe è venuto a vivere in Valle di Scalve, lui che era originario di un paese vicino a Crema – racconta il capo degli alpini –, nel municipio di Azzone hanno trascritto il suo cognome con due C, Maccalli. Una volta accortosi, parecchi anni dopo, il tribunale ha disposto di far cancellare una C. E sia sui certificati di nostro padre, sia sugli atti che riguardano me e mio fratello Agostino s’è fatta l’annotazione che corregge il cognome». Ma disporre non sempre significa eseguire e così è capitato che nell’estratto di nascita di Arturo, il primogenito, quella C di troppo abbia continuato ad accompagnare il suo cognome. «Si vede che a Colere non è arrivata la voce di correggere», scherza Carlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA