’Ndrangheta e tangenti per il treno
Quattro i bergamaschi in manette

Non sono due, bensì quattro gli indagati finiti in manette nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia di Milano su un presunto giro di tangenti nella realizzazione del collegamento ferroviario tra i due terminal dell’aeroporto di Malpensa e in altri subappalti di opere pubbliche lombarde.

A condividere l’accusa di aver contribuito a gestire – anche grazie al pagamento di mazzette – «un vero e proprio sistema utilizzato per alternarsi nell’esecuzione dei subappalti allo scopo di eludere l’attività di controllo di natura fiscale» non sono soltanto l’imprenditore Pierino Zanga, 62 anni di Bolgare, ma residente a Chiuduno, e Venturino Austoni, 59 anni, di Telgate, ritenuto prestanome e uomo di fiducia di Zanga. In arresto figurano anche Pierluigi Antonioli e Massimo Martinelli (quest’ultimo ai domiciliari), 59 anni il primo di Trescore Balneario e 30 anni il secondo, residente a Entratico. Antonioli, nella ricostruzione dei magistrati, avrebbe operato come amministratore formale e socio di società in un primo momento per Zanga e, poi, per il suo socio calabrese Salvatore Piccoli, per un certo periodo con quartier generale in quel di Calcinate; Martinelli, legato da un rapporto di parentela proprio con Pierino Zanga, stando sempre alle accuse avrebbe dato un contributo fattivo all’aggiudicazione dei lavori in subappalto della prestigiosa commessa nello scalo aeroportuale varesino dati dalla società Itinera del Gruppo Gavio alla Titania di Zanga. Tutti i dettagli su L’Eco di Bergamo in edicola mercoledì 5 ottobre.

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