Morta in Comune, il ricordo a Zandobbio
L’angoscia del fratello: va fatta chiarezza

Cerimonia del 4 Novembre ridotta in segno di lutto per la morte di Bruna Calegari. Il figlio: «Era limpida, con i valori di una volta».

È stata una cerimonia della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate all’insegna del ricordo di Bruna Calegari quella che si è celebrata nella mattinata di sabato 2 novembre a Zandobbio. Il sindaco Mariangela Antonioli e il parroco, don Marco Grigis, insieme al Gruppo Alpini, alle associazioni e agli studenti dell’istituto comprensivo hanno ricordato l’impiegata comunale morta lo scorso giovedì 31 ottobre in municipio. La cerimonia è stata in forma ridotta e in segno di lutto senza la banda e altre iniziative ma solo con l’alzabandiera e la deposizione della corona di alloro.

«È una grave perdita per la nostra comunità, per il nostro municipio. Aspettiamo l’esito dell’autopsia per sapere quanto successo» ha detto il sindaco riferendosi all’autopsia sul corpo della 60enne prevista per martedì 5 novembre. Il fratello Fausto sottolinea: «Vogliamo venga fatta chiarezza: è scioccante quello che è accaduto a mia sorella, trovata morta nell’ufficio in cui lavorava. Lei era una donna attiva, piena di voglia di fare, nella sua normalità».

A ricordare Bruna, che avrebbe compiuto 60 anni a gennaio, molto attiva nel volontariato insieme al marito Mario Borali, è uno dei quattro figli, Simone. «Se davvero dovessi dire qualcosa su mia mamma, la descriverei come una persona d’oro, una persona davvero altruista e che, per quanto semplice, aveva i suoi modi di fare, la sua routine: ti insegnava le cose, quelle giuste, sapeva trasmetterti i valori di una volta. Non saprei come definirla in un modo più chiaro, se non che era una persona limpida. Una persona di quelle semplici, di una semplicità difficile da vedere al giorno d’oggi».

«La cosa su cui possiamo essere certi è il fatto che il municipio era un ambiente controllato da telecamere. Perciò, se ci fosse stato qualunque tipo di colluttazione, sicuramente si saprà chi è entrato e chi non è entrato. Però – continua Simone –, conoscendo mia mamma e conoscendo le persone con cui lavorava, non credo a una situazione del genere. Per quanto strano possa sembrare, potrebbe davvero essere stato un insolito e improbabile incidente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA