Cade da 8 metri d’altezza, 36enne muore in un’azienda di San Paolo d’Argon

La tragedia è avvenuta alle 8.20 di martedì 10 agosto alla Toora di via Mazzini, l’operaio deceduto è dipendete di una ditta esterna che stava effettuando lavori sul tetto del capannone. La Cisl: «Più controlli nelle aziende».

San paolo d’Argon

Caduta al suolo fatale per un operaio di 36 anni che era al lavoro di via Mazzini alla Toora Casting, una fonderia di San Paolo d’Argon .

La vittima era un cittadino indiano che viveva a Presezzo, dipendente di una ditta di Brembate Sopra che effettua lavori di rimozione dell’amianto . L’operaio era per questo al lavoro sul tetto dell’edificio dell’azienda quando - ricostruisce Ats Bergamo - ha messo un piede sopra un lucernario, che si è sfondato, facendolo precipitare per 8 metri .

Una caduta che nemmeno una rete sottostante di protezione, appositamente installata, ha potuto impedire, forse per via di un foro o di un difetto (sono in corso accertamenti a tal proposito). L’operaio è passato attraverso questa apertura della rete, picchiando fatalmente la testa a terra. Nessuno ha comunque direttamente assistito alla caduta.

Per i rilievi sono intervenuti anche i carabinieri e gli uomini dell’Ats di Bergamo.

«Purtroppo oggi la nostra provincia è interessata ancora da un infortunio mortale accaduto alla Toora Casting di San Paolo D’Argon e un grave infortunio alla Radicifil di Casnigo. Una emergenza che non ha fine, visti purtroppo i tragici eventi accaduti nei giorni scorsi nel nostro paese». Lo afferma il segretario della Ust Cisl di Bergamo, Danilo Mazzola , circa l’incidente sul lavoro mortale avvenuto a San Paolo d’Argon.

«La Cisl - aggiunge - da mesi denuncia l’esigenza di più controlli nei luoghi di lavoro , andando a potenziate gli organismi di controllo dedicati e certificare le imprese che mettono la salute e la sicurezza come condizione primaria nel compito della loro attività. La vertenza nazionale aperta da alcuni mesi, va rilanciata con più determinazione».

Il segretario generale della Fim-Cisl di Bergamo, Luca Nieri, sottolinea come « quello che oggi vediamo è solo la punta di un iceberg, perché tanti infortuni minori passano nell’indifferenza e non vengono registrati. Diventa sempre più fondamentale intensificare il lavoro di tutti. Più fatti e meno parole. In questo momento vogliamo innanzitutto esprimere la nostra più stretta vicinanza alla famiglia del defunto».

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